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Filastrocca dell'esploratore

Costacciaro
Parrano
Casteldifiori
Allerona
 
Un mattino di Aprile
ci siam seduti sul sedile
di un lungo e veloce treno
che ci ha portato a Costacciaro in un baleno.
 
Arrivati, ci han portato con il pulmino
in un bel posticino,
dove la natura
era molto pura.
La notte è arrivata
e la stanchezza era a portata
e nei letti a castello
si faceva un sogno bello.
Una campana ha suonato,
siamo accorsi e abbiam mangiato
cose buone e cioccolato
poi al lavoro ci siamo messi
e con gli esperti stessi,
abbiamo capito che qui,
la placca africana
ha spinto e ha formato la catena
Umbro-Marchigiana
Le rocce abbiam visto e toccato:
di tanti colori ne abbiamo trovate
rosse, bianche, scagliate e bucate.
L’acqua piovana nelle montagne lavorava e la sorgente creava,
sopra le rocce si rotolava,
al paese arrivava
e la gente accontentava,
animali e piante dissetava.

Con la pioggia canterina
non ha fine
il ciclo della vita sulla collina.
 

 

 

Acqua e tempo
una forra han modellato,
Rio Freddo l’hanno chiamata.

Nel pomeriggio incuriositi
sui rilievi siam saliti,
per cercare le ammoniti.

Gli anni son passati,
gli animali e i vegetali si sono fossilizzati
e noi scavando li abbiam ritrovati.

 
Per concludere il nostro viaggio,
in una grotta a Frasassi siamo entrati
e siam rimasti meravigliati
dal soffitto a macchie e colori leopardati
e dalle varie stalattiti
formate da calcari uniti.

 

 

Anche nella buia grotta
la vita non è interrotta:
vi trovano dimora piccoli insetti
e molti pipistrelli
che con i loro escrementi
danno vita a nuovi esperimenti.

 

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