Nella metà del ‘900 la cultura non era delle migliori anche perché solamente la minima parte della popolazione poteva arrivare alla quinta elementare. Quindi nei discorsi del parlare comune cominciarono a nascere degli strafalcioni cioè deformazioni della lingua italiana. I più utilizzati erano:
- Mi qui (qui)
- Mellà (là)
- Cino (piccino)
- 'l mi babbo (il mio babbo)
- Mettite a siede (mettiti seduto, siediti)
- L’acqua s’è scercata (L’acqua è caduta)
- Quando lampeia el trono è vicino
(Quando lampeggia il tuono è vicino)
- Lampeia e troneia fa il diavolo e peglio
(Forte temporale)
- Sto foglio è cino (Questo foglio è piccolo)
- Me sa mianno de morì pannà n’carrozza
(Un uomo che non era mai salito in macchina)
E molti altri.
Anche oggi molte persone anziane abituate fin da piccole a parlare così conservano ancora questo gergo.
Torrini Fausta e Ruina Elisabetta