UNA GIORNATA DA . . . “ETRUSCHI”

Il 26 Maggio noi della classe terza Elementare di Ficulle siamo andati ad Orvieto per conoscere da vicino la civiltà Etrusca, dato che questa città fu fondata dagli Etruschi ed è ricca di reperti archeologici che risalgono alla loro epoca.

Una volta arrivati a destinazione, abbiamo aspettato la guida in Piazza Duomo: Debora, questo è il suo nome, ci ha portato in un laboratorio dove ci ha illustrato l’alfabeto etrusco e ci ha dato delle informazioni sulle sue origini.

La scrittura era molto importante per tramandare in modo preciso le notizie e lo è tuttora. All’epoca degli Etruschi la civiltà Greca era molto evoluta e molti erano gli scrittori, i poeti e i filosofi greci; al contrario, gli Etruschi conoscevano molto bene la lavorazione dei metalli e ne avevano grandi quantità.

Quindi, i due popoli, fecero degli scambi: tra le altre cose, in cambio dei metalli, gli Etruschi ottennero l’insegnamento dell’alfabeto e, quindi, della scrittura.

Così gli Etruschi ripresero l’alfabeto greco e lo modificarono in parte, perché alcuni suoni non corrispondevano a quelli della loro lingua.

Una volta dateci queste notizie e dopo averci fatto vedere l’alfabeto Etrusco, Debora ci ha accompagnato a visitare la “Necropoli del Crocifisso del tufo”, così chiamata perché nelle vicinanze c’e una antica chiesina con un Crocifisso scolpito nel tufo.

Le tombe della Necropoli di Orvieto furono scoperte dai lavoratori che costruirono la strada che ancora oggi passa lì vicino.

Debora ci ha spiegato che nella Necropoli (= città dei morti) si entrava dalla “porta vivaria”, dove gli Etruschi facevano passare i morti con una processione, insieme a cibi, gioielli e oggetti di uso quotidiano che dovevano servire ai defunti nella vita dell’aldilà. Ogni tomba si affaccia su un corridoio, come le abitazioni di una via, ma mai con l’ingresso di fronte a quello della tomba sull’altro lato. Sull’architrave di ogni tomba c’è l’iscrizione del nome del capofamiglia; per indicare quante persone erano sepolte nella tomba, gli Etruschi mettevano dei cippi dalla forma di sfera o di pigna, uno per ciascuna salma.

I morti venivano sepolti in sepolcri di pietra senza alcun ornamento; poi ricoprivano la tomba con la terra per non farla scoprire da nemici e tombaroli.

Dopo aver visitato la Necropoli, siamo di nuovo tornati al laboratorio: qui abbiamo lavorato della creta modellandola in una mattonella dove abbiamo inciso il nostro nome in etrusco.

Poi, con martello e scalpello, ognuno di noi ha inciso una lettera dell’alfabeto etrusco su un muro di tufo che si trova accanto al laboratorio.

Infine siamo andati a visitare il museo dove abbiamo ammirato due affreschi provenienti dalle tombe del “Guerriero” e delle “Due bighe”, oltre a vasi, armi e armature, gioielli e altri oggetti di uso quotidiano dell’epoca etrusca.

Questa esperienza è stata molto interessante perché ha arricchito le conoscenze che già avevamo sugli Etruschi; molti di noi sono rimasti affascinati dalla strana scrittura etrusca, altri dalle misteriose tombe, dall’aspetto così simile alle case di una via di paese. Ma, soprattutto, quasi per tutti è stata una rivelazione scoprire che, a pochi chilometri dal nostro paese, ci siano così tanti reperti di questa affascinante civiltà etrusca.

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