Il 12 febbraio, noi alunni della classe quarta e quinta della scuola primaria di Parrano, siamo andati a Sarteano per visitare il museo archeologico e la tomba della Quadriga Infernale (Inferi, Averno...). Il museo, ubicato in un palazzo del cinquecento, raccoglie materiali databili IX secolo a.C., fino al I a.C. La dottoressa, archeologa Alessandra Minetti, direttrice del museo e degli scavi, ci ha sapientemente guidati in questo “viaggio” tra gli Etruschi, facendoci apprezzare e comprendere bene la struttura delle tombe, la differenza nella forma dei canopi nei vari periodi, di particolare interesse una piccola tomba a camera del periodo orientalizzante, si possono vedere il canopo di una donna su un trono e un altro di suo figlio, la donna impugna un’ascia bipenne, simbolo di potere.
Le donne, a differenza di quelle Romane e Greche erano impegnate nella società e non relegate unicamente a ruoli domestici. La dottoressa ci ha fatto vedere e apprezzare, nei vari corredi funebri, i tratti caratterizzanti i vari periodi dell’epoca etrusca dal villanoviano, all’orientalizzante, all’ellenistico, nei pannelli ci ha illustrato i diversi tipi di sepolture; il suo linguaggio era specifico, ma nel contempo chiaro e alla nostra capacità di comprensione. Siamo poi andati a visitare il laboratorio, dove vengono restaurati i vasi dei vari corredi finebri e abbiamo conosciuto la Signora, impegnata in questa opera di ricostruzione e restauro. Infine abbiamo visitato la tomba della Quadriga, ubicata in una località chiamata Pianacce, da questa necropoli, che sembra una terrazza sulla valle, si vede Chiusi, il lago Trasimeno e sullo sfondo l’Appennino. La tomba della Quadriga, scavata nel travertino, risale al 330-320 a.C., è di straordinaria bellezza per le sue decorazioni pittoriche: la prima scena, compresa tra la porta d’ingresso e la nicchia sinistra del corridoio, rappresenta una figura che si dirige verso l’esterno della tomba, seguita da una quadriga composta da due leoni e due grifi, condotti da un personaggio posto alla guida del carro con veste e capelli rossi sollevati dal vento e una nuvola nera che risale dalla parte anteriore del parapetto del carro e si sviluppa anche di fronte al volto e alla spalla destra del conducente, che è Charun (Caronte), figura che compare per la prima volta in Etruria. Oltrepassata una nicchia, a fianco di una porta dorica si trova la seconda scena, due personaggi maschili distesi su un Kline, di cui quello di destra con il gomito sinistro appoggiato sui cuscini e l’altro completamente rivolto verso di lui con le braccia protese, entrambi indossano vesti che coprono loro solo i fianchi e le gambe, lasciando scoperto il torso. Il personaggio a sinistra appare nettamente più giovane con una carnagione rosa intenso, quasi rossastra, ma ha la stessa capigliatura dell’uomo barbato, con corti capelli neri, si suppone che siano padre e figlio. La decorazione pittorica prosegue con la raffigurazione di un giovinetto in piedi, che indossa una tunica, il suo volto è di profilo, il suo sguardo è rivolto verso i due banchettanti che gli sono a fianco, la mano destra del giovane è chiusa a pugno e sostiene un colino (gli Etruschi usavano il colino per filtrare il vino). La terza scena occupa la parete di sinistra della camera di fondo e qui troviamo un enorme serpente a tre teste, inoltre nel semitimpano di sinistra è raffigurato un grande ippocampo, realizzato in colore grigio-verdastro con cresta, pupilla ventre e parte delle pinne e della coda in rosso. E’ in questa parte della tomba che si trova il sarcofago d’alabastro (pietra proveniente da Volterra). Praticamente il compito di Caronte o di Vanth (demone femminile) era quello di accompagnare l’anima del defunto nell’aldilà, passando indenni tra i mostri incontrabili in viaggio, per raggiungere la vita ultraterrena, che per gli Etruschi era un luogo di piacere, in cui si conversava, si mangiava e si beveva. Consigliamo quest’esperienza a tutti, inoltre per le scolaresche il costo è di un euro a persona, inclusa la guida. Il percorso da noi seguito, con il pulmino è stato: Fabro scalo, Chiusi, Cetona, Sarteano (da Chiusi sono 12Km). In questo periodo dell’anno il museo è aperto soltanto di sabato e di domenica, pertanto per eventuali prenotazioni bisogna telefonare nel fine settimana allo: 0578 269261. Laura, Filippo, Benedetta, Jasmine, Mattia, Aurora, Martina, Federico, Maria Rosa.
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