Le grandi passioni del Seicento furono due bevande orientali: il caffè e il tè. La pianta del caffè è originaria dell’ Etiopia, della regione di Moka. La nuova bevanda si diffuse rapidamente in tutto il continente e alla fine del secolo fece nascere addirittura un nuovo luogo di ritrovo, chiamato anch’esso “caffè”. Il successo del caffè fu uguale a quello del tè, scoperto a Giava, in Indonesia, dagli Olandesi. Nel 1646 essi cominciarono a importarlo in Europa; in Inghilterra nacque un’ abitudine il five o’clock tea, “ il tè delle cinque”. Nello stesso periodo, un dolcificante arabo, già conosciuto, entrò nell’alimentazione quotidiana e sostituì il miele: lo zucchero.
I poveri, esclusi dal consumo di bevande raffinate come il tè e il caffè, bevevano solo la birra o il vino di pessima qualità, così qualcuno ebbe un’idea: distillare le vinacce, da qui nacque l’acquavite. L’acquavite divenne presto il liquore preferito dei poveri; si beveva nelle osterie situate fuori dalle porte della città per non pagare il dazio, cioè una tassa. Le abitudini alimentari furono veramente stravolte quando in Europa si diffusero le piante americane. Le più importanti furono il mais e la patata: erano piante resistentissime anche al freddo. La patata tardò a diffondersi perché nessuno sapeva come cucinarla. Alla fine dell’Ottocento, il pomodoro arrivò prima in Spagna, poi in Italia precisamente a Livorno. Piacque moltissimo e divenne un alimento base e condimento di molte pietanze. Anche il cacao venne introdotto in Europa. Fu subito apprezzato dai nobiluomini spagnoli che lo chiamarono cioccolata. Grande successo ebbe anche la droga degli Indios, il tabacco, che conquistò l’ Europa sin dal Seicento. All’inizio non si fumava, ma si annusava e si masticava. I medici lo usavano a scopo farmaceutico, poi si accorsero che faceva male alla salute ma non per questo si fermò la sua diffusione. La tabacchiera divenne per i signori e le signore dei nobili un oggetto raffinato e prezioso. Per godimento dei nobili aumentò anche l’importazione di seta proveniente dalla Cina. Arrivava in grandi quantità non solo per abiti ricercati ma anche per tappezzare divani, poltrone e pareti nelle case di lusso. Le navi trasportavano anche due specialità dell’artigianato cinese: le porcellane e le lacche. Nel rinnovamento dei costumi aristocratici emerge l’invenzione della forchetta; afferrare con le mani una pietanza o pulirsi le mani nei vestiti iniziava ad essere considerata maleducazione e così nascono le prime forchette. Nel secolo precedente già avevano inventato il cucchiaio e le minestra non si bevevano più dalla ciotola. I cambiamenti avvenuti nel Seicento non furono solo frutto delle merci esotiche importate in Europa ma anche di una nuova mentalità del lusso. Martina, Carlotta e Sofia
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