Ieri e oggi

Data 5/3/2008 18:58:16 | Categoria: Ambiente

oliveQuest’anno, per la prima volta ho partecipato al corso "nonni su internet", è stata una bellissima esperienza. In questi giorni si è parlato del passato, mettendo a confronto abitudini di ieri con quelle di oggi. Io forse sono una nonna troppo giovane per parlare delle vecchie tradizioni, sono nata e cresciuta nel momento dei grandi cambiamenti e ho visto l’evolversi frenetico di tecnologie e modi di vivere.
Quando ero piccola vivevo con la mia famiglia in campagna, eravamo sei persone, io, mio fratello, i miei genitori e i miei nonni, non c’erano tante cose, ma ci bastavano ed eravamo felici.


A quei tempi i miei coltivavano il podere, ricordo che aravano la terra con i buoi e la preparavano per la semina, magari ci volevano dei giorni, ma tra vicini si aiutavano e diventava un modo per stare insieme, la stessa cosa per la mietitura; che veniva fatta con la falce a mano, il grano veniva raccolto in fastelli chiamati "gregne" legate con il "balzo", che non era altro che un po’ di steli di grano intrecciati tra loro.
La mattina dopo, molto presto, le "gregne" venivano ammucchiate sul campo a forma di cordone (cordelli) e stavano lì fino alla carratura, cioè quando con i carri venivano portate sull’aia e ammucchiate a forma di pagliaio detto "meta".pagliaio
A questo punto si aspettava la trebbiatura, ed ecco il gran giorno; allora sì che era festa, finalmente si raccoglievano i frutti di quasi un anno di lavoro. Ora andava preparato un bel pranzo, anche perché, tra i macchinisti addetti alla trebbiatrice e gli uomini che servivano sull’aia si radunavano un bel po’ di persone.
Il giorno prima si riunivano alcune donne per ammazzare e custodire oche e polli, non potevano farlo prima, perché non c’era il congelatore, quindi potevano conservarli per poco tempo in cantina; facevano la pasta, poi cominciavano a cucinare.
Si usavano frattaglie, zampe e colli di oche e polli per fare i crostini e un bel pentolone di sugo, poi i busti venivano conditi e cotti arrosto nel forno a legna e un ciambellone non mancava mai.
Noi bambini dovevamo passare da bere agli uomini che stavano lavorando e ci divertivamo a preparare l'acqua del "viscì" che andava tanto di moda allora.
Oggi con i trattori, in un giorno, si arano e si seminano ettari ed ettari di terreno, poi quando è il momento arriva la mietitrebbiatrice e in poche ore, una sola persona, miete e trebbia tutto.
Un’altra bella occasione di stare insieme era la "scartocciatura" del granturco; anche questo cereale oggi viene raccolto con la mietitrebbiatrice, invece allora si coglievano le spighe a mano, poi la sera in un capanno, ridendo e scherzando si scartocciavano, stando attenti a lasciare una "coda" che serviva per appenderli ad asciugare formando grosse trecce.
Oltre ai cereali c’erano ulivi e viti che venivano potate, concimate e custodite fino a raccolta ed anche qui, a quel punto ci si radunava per lavorare in compagnia ed aiutarsi a vicenda.
La vendemmia mi ha sempre divertito, ed anche ora, se mi capita l’occasione ci vado, mentre la raccolta delle olive un po’ meno, perché era sempre freddo.
In questi due casi ci sono stati meno cambiamenti, forse nelle grandi aziende sì, ma qui da noi si fanno ancora nella vecchia maniera e si respira un po’ quell’atmosfera di una volta.
Forse non sono una nonna che conosce le vecchie tradizioni, ma quanti cambiamenti in questi 54 anni: dalla prima televisione al primo uomo sulla luna, fino ai telefonini, i computer e tutte le altre tecnologie dei giorni nostri.

CLARA VIOLANTI & SILVIA ROSSI





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