Abito a Fabro da circa 33 anni; sono nativa di Palazzone, abitavo alla Stradella, un casolare lontano dal paese circa 2km. Eravamo una famiglia numerosa, otto figli: 3 maschi e 5 femmine. I ricordi di allora non sono tanto piacevoli, perché non c’era una vita agiata come oggi. Tutti aiutavamo i nostri genitori; fratelli e sorelle più grandi accudivano quelli più piccoli, e tutti aiutavano i genitori nei campi, nelle faccende di casa, fare il bucato, cucinare, fare la pasta e il pane.
A scuola andavamo a Palazzone a piedi senza fare mai storie, con il freddo, con la neve o con il caldo così pure a messa e a dottrina. Ai tempi di allora la spesa della massaia era di non far mai mancare il sale e i fiammiferi, per il resto andavamo avanti con quello che produceva la terra. Il capo famiglia pensava alle scarpe e i vestiti che poi ci passavamo dal più grande al più piccolo. Ricordo un episodio di mio fratello: avevamo circa 8 anni e andavamo tutte le mattine al catechismo. Un giorno mio fratello non aveva studiato la lezione e quando il parroco gli chiese la Salve Regina lui non sapendo cosa rispondere si mise un attimo fermo, poi tutto d’un fiato disse: “Salve Regina occhi di gatto orecchie di lepre arrancate prete” e via di corsa giù per le scale. Io non mi sono mai dimenticata di questo episodio perché io di certo non ne sarei stata capace. Stella Grazia Guidarelli
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