Nel corso dei nostri studi abbiamo avuto modo di conoscere da vicino due donne che possono essere considerate il simbolo della condizione femminile nell’antichità. Penelope, simbolo di fedeltà assoluta al proprio uomo, non aveva la possibilità di regnare da sola ad Itaca ed era oppressa da Proci affinché accettasse uno di loro come marito. Trascorreva le sue giornate al telaio, non era libera di uscire né di partecipare alla vita politica. La donna etrusca era sicuramente più emancipata, infatti la vediamo raffigurata mentre prende parte ai banchetti, in Grecia riservati ai soli uomini. Sarà per questo che a Roma dare dell’ ”etrusca “ ad una signora non era certo un complimento…
Nel Medioevo la donna era considerata addirittura priva di anima. Le figlie dei feudatari non potevano ereditare i loro territori, neanche se fossero state le primogenite. Erano riconosciute solo le donne diventate sante e, naturalmente, la Madonna o le “eroine” seguite dal popolo, come Giovanna D’Arco. Ai tempi del feudalesimo re e regina erano su un piano di parità, ma la situazione si modificò a partire dalla guerra dei Cent’anni. Con il Rinascimento, l’influenza della figura femminile iniziò a diminuire, Filippo il Bello decise addirittura che le donne non potevano più diventare regine. A partire dal XVII secolo la donna iniziò a dover prendere il cognome del marito. Le ragazze si sposavano prestissimo (anche a 14 anni) e nella maggior parte dei casi non per amore, infatti i matrimoni erano combinati, i genitori cioè decidevano con chi si dovevano sposare i figli. Ermengarda, ad esempio, aveva sposato Carlo Magno soltanto per volere del padre Desiderio, interessato a stringere alleanza con i Franchi e quando l’accordo si ruppe la giovane si vide rifiutata dal marito. La ragion di stato era più forte dell’amore…La donna non era mai autonoma, infatti prima del matrimonio era controllata dal padre, poi dal marito. Coloro che volevano studiare, nella maggior parte dei casi erano costrette ad intraprendere la vita monastica, con o senza vocazione. Nonostante ciò, le ragazze nel Medioevo non erano poi così prive di libertà ed iniziativa. Vi sorprenderà sapere infatti che anche le signore potevano votare nelle assemblee cittadine e potevano acquistare e vendere beni e terreni, ci sono infatti atti notarili intestati a loro nome, oppure intraprendere professioni importanti, come l’insegnante, la farmacista, il medico, la miniaturista, la rilegatrice di codici, la tingitrice… Anche se non se la passavano poi così male, penso che siamo proprio fortunate a vivere nel III Millennio!!!
Erica Graziani I E Montegabbione
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