Il veleno sin dall’antichità aveva una doppia funzione: quella di far guarire la gente ma anche ucciderla! Già Erodoto, uno storico greco vissuto nel V secolo a.C. , descrive una sostanza tossica con cui si bagnavano le punte delle frecce, ottenuto dalla fermentazione di carcasse di animali, sterco e sangue umano. A Roma si dice che l’imperatore Claudio sia stato avvelenato con dei funghi da Agrippina, che voleva il figlio Nerone sul trono. I Romani conoscevano anche sostanze tossiche di originale minerale come l’arsenico. Nel Rinascimento, epoca di intrighi di corte, si facevano molti esperimenti: i Borgia sgozzavano un maiale, lo cospargevano con l’arsenico e ne ricavavano una sostanza simile allo zucchero che mandava all’altro mondo in meno di 24 ore. Anche i metodi usati per avvelenare sono stati a volte molto fantasiosi come cospargere le pagine di un libro con arsenico (come fece Caterina di Francia con Erico di Navarra), oppure creare una camicia avvelenata. Addirittura in età vittoriana l’arsenico era usato dalle dame per avere un colorito pallido che era di moda. Per fortuna la maggiore parte dei veleni ha un odore e sapore sgradevole che li rende facilmente riconoscibili, per esempio il cianuro sa di mandorle amare… In natura esistono delle sostanze molto velenose. Tutti conoscono la fama dei denti del cobra, pochi ma fatali…! Anche i funghi possono essere fatali, attenzione alle Amanite… Il pesce palla secerne un veleno pericolosissimo e esiste anche una graziosissima rana del Sud America che uccide solo a toccarla. Gli oleandri che decorano in estate i nostri giardini hanno dei fiori altamente tossici, anche il miele prodotto con il loro nettare è molto pericoloso. Attenzione anche alle patate quando assumono un colorito verdastro, anche se la sostanza tossica sparisce con la cottura… Un recente caso di avvelenamento, che fa pensare ai complotti di 007, è avvenuto in Inghilterra. Una probabile spia russa è stata uccisa con il polonio, una sostanza radioattiva che, se inalata o ingerita, diventa un veleno letale, ne basta un millesimo di grammo.
Diego Mansi I E Montegabbione
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