Io e l’Altro: Pregiudizio o Solidarietà?
Al giorno d’oggi, molte persone straniere vengono in Italia per trovare migliori opportunità di vita e di lavoro. La maggior parte sono profughi, ovvero gente che lasciano il paese d’origine per motivi politici, o perché vi è in corso una guerra; altri, però, arrivano come clandestini. Quando queste persone, dette “extracomunitari”, arrivano in un paese europeo, i cittadini del paese ricevente dimostrano, nei loro confronti, atteggiamenti contrastanti. Spesso prevale il pregiudizio,ovvero quella forma mentale che fa sembrare gli emigrati “diversi” da noi e quindi pieni di difetti. Da questo atteggiamento nascono gli “stereotipi”,ovvero delle “etichettature” che sono destinate allo straniero. Così sono nati, ad esempio lo stereotipo dello “zingaro”, riferito in genere ad individui dell’est europeo; e lo stereotipo di “vu’cumprà” riferito genericamente ad individui “di colore”, che spesso vanno in giro per le strade a vendere piccoli oggetti di uso comune. Già la parola “extracomunitario” , però, è una forma di stereotipo di discriminazione.
Il fenomeno della discriminazione e dell’ attribuzione di stereotipi è ingiusto e crudele, soprattutto perché deriva da un giudizio superficiale, spesso ricavato dalla sola osservazione del colore della pelle dell’altro. Oggi ,specialmente, che la comunità europea si è allargata con l’ entrata di nuovi paesi, anche dell’ est, sembra ancora più assurdo continuare a parlare di “stranieri” in senso negativo. Inoltre, visto che il flusso migratorio verso l’ Europa è inarrestabile, diventa necessario eliminare i pregiudizi e accogliere gli immigrati con solidarietà per favorire l’integrazione, imparando a condividere tradizioni e cultura nel rispetto reciproco.
Non bisogna comunque dimenticare che fino alla metà del secolo scorso, siamo stati anche noi italiani ad emigrare in altri paesi in particolare in America e in Australia. Inoltre intorno al 1950-60 avvenne un vero e proprio esodo che coinvolse persone del meridione d’Italia, che si spostarono dal sud al nord, soprattutto nella zona del cosiddetto “triangolo industriale” ( Genova, Torino, Milano) per lavorare nelle fabbriche. Il fenomeno della discriminazione avvenne anche in questa occasione. Infatti la gente del nord attribuì ai meridionali lo stereotipo di “Terrone”, ovvero
“ persona che lavora la terra “. In questo contesto era facile incontrare, nelle città del nord, cartelli ed annunci dove era scritto: “ vietato l’accesso ai meridionali “, oppure “non si affitta ai meridionali”.
2° media di Ficulle
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