ALTRO CHE HALLOWEEN!
Halloween ha origini antichissime che risalgono ai Celti, un popolo del Nord Europa che aveva l’usanza di festeggiare, gli ultimi giorni di ottobre, la fine dell’anno: infatti questo popolo credeva che in questo periodo il mondo dei morti si ricongiungesse con quello dei vivi. I Celti spegnevano i fuochi delle loro case, rendendole buie ed inospitali agli spiriti maligni, e portavano le braci al centro del villaggio, per dar vita ad un grande falò che doveva allontanare spiriti e demoni; indossando anche maschere grottesche per spaventarli. Venivano, inoltre, offerti sacrifici al dio Sole affinché continuasse a splendere anche l’anno successivo. Una volta spente le fiamme, la gente prendeva un po’ delle braci, che venivano ritenute sacre, per portarle nelle loro case e riaccendere i focolari. Con l’avvento del cristianesimo questi riti pagani furono aboliti, ma alcuni secoli fa gli Inglesi ripresero in parte questa tradizione e tornarono ad indossare maschere spaventose, ma solo per impaurire le persone. Dall’Inghilterra, poi, questa usanza fu introdotta anche nel Nord America, dove oggi coinvolge soprattutto i bambini, ed è diventata ormai un business. Tutt’altra cosa sono invece le nostre “Morti Secche”, una tradizione che si tramanda da generazioni. All’inizio dell’autunno le zucche venivano raccolte e portate nelle case, dove sarebbero state utilizzate come alimento per i maiali. Alcune, però, venivano svuotate, vi si intagliavano bocche e occhi mostruosi e all’interno si metteva una candela accesa. I contadini le poi mettevano fuori casa, chiamavano i bambini per fargliele vedere e questi, spaventati, fuggivano tra le risa degli adulti. Infatti in quel tempo le campagne erano completamente buie e lo spettacolo di queste “Morti Secche” doveva essere davvero terrificante! Non c’è quindi motivo di ritenere che la nostra tradizione abbia voluto imitare quella di Halloween; si trattava semplicemente di un gioco tra grandi e piccini.
Negli ultimi anni, poi, è stata riscoperta ed è stata ideata la “parata delle Morti Secche”, che si tiene in occasione della festa del patrono S. Eumenio. Questa manifestazione porta a mostrare l’immaginazione e la fantasia di ogni bambino che vi partecipa, con la realizzazione della propria zucca. Ecco come alcuni di noi hanno realizzato i loro lavori per il concorso di quest’anno. Se volete cimentarvi anche voi, dando sfogo alla vosta fantasia, prendete appunti e… buon lavoro!
LORENZO E LA “ZUCCA DANTE ALIGHIERI”
A me quest’anno, mentre sfogliavo il primo volume della Divina Commedia, è venuta in mente l’idea di rappresentare in maniera buffa la testa del grande poeta Dante Alighieri. Ho cercato una zucca ovale che fosse adatta e ho cominciato il lavoro, con l’aiuto dei miei genitori. Per prima cosa abbiamo fatto gli occhi facendo due buchi rotondi, dove abbiamo infilato due nespole. Queste nespole avendo dei “pelucchi”, sembravano occhi con le ciglia. Per fare le sopracciglia ho messo due rametti di abete. Osservando il naso aquilino del poeta, ho preso il picciolo della zucca che aveva proprio quella dimensione e l’ho fissato con due stuzzicadenti. Per la bocca mi ha aiutato il babbo, con il coltello l’ha incisa dandogli la forma. Sotto la bocca ha fatto un taglietto che divideva il mento in due parti. Infine ho messo una stoffa sulla testa e con un ramo d’alloro gli abbiamo fatto la corona. Per far capire il personaggio della mia zucca ho scritto su un foglio al computer questa breve frase: “Nel mezzo del cammin di nostra vita, mi ritrovai in un paese oscuro, dove vige un costume alquanto strano: quello di far la zucca a S. Eumenio”. Lorenzo Mancini
LUCREZIA E LE SUE ZUCCHE “ Gatto” e “Coccinella”
Il babbo, qualche giorno prima della festa di Sant’Eumenio, ha portato a casa una grossa zucca gialla di forma ovale. A me sarebbe piaciuto fare una coccinella, ma questa aveva una forma troppo allungata! Allora io e la mamma, abbiamo pensato di fare un bel gatto. Il tempo a disposizione era poco e così…subito al lavoro! La mamma ha tagliato la zucca da un lato, in modo che stesse dritta sopra al tavolo; poi abbiamo preso dei fogli di cartone per ritagliare le orecchie, le zampe anteriori e la lunga coda arricciata che abbiamo attaccato alla zucca con il vinavil. Successivamente abbiamo preso delle gommine colorate per fare occhi e naso; per realizzare il labbro superiore abbiamo piegato ad “ondina” un filo di ferro, per fare i baffi altro fil di ferro. Il gatto era venuto carino, ma, siccome io volevo fare una coccinella, la mamma ha preso una zucchina e ne ha tagliato il pezzo finale “arrotondato”; poi l’abbiamo colorata di rosso con la bomboletta e abbiamo fatto sopra dei puntini neri con il pennarello; infine, abbiamo ritagliato un quadrifoglio su un cartoncino verde e ce l’abbiamo appoggiata sopra. Tutto questo appena in tempo per la gara!
Lucrezia Cafasso
ANDREA SON E LA ZUCCA “PIRATA DEI CARAIBI”
Anche quest’anno, come tutti gli anni, io e la mamma abbiamo preparato la nostra morte secca.Però non sapevamo dove trovare la zucca! Poi è arrivato il nonno che ci ha portato una piccola zucca che aveva nell’orto: che forma carina! Era tutta arancione ma con un lato schiacciato di colore giallo; non era rotonda ma a forma d’uovo. Ad un certo punto è venuto in mente, a me e alla mamma, il tema dei “Pirati dei Caraibi” (in questo periodo mi piacciono tanto le loro storie avventurose!). Così abbiamo iniziato a lavorare: sul lato giallo abbiamo disegnato con una penna gli occhi, il naso e la bocca; con un coltello affilato la mamma ha tagliato il cappello a zig-zag, così con un cucchiaio l’ho potuta svuotare, ma molto delicatamente perché c’era poca polpa. Poi la mamma ha tagliato il naso, gli occhi e la bocca. Sul retro della zucca abbiamo fatto dei buchi in modo che, mettendo dentro il lumino acceso, avrebbe avuto un aspetto più pauroso. Infine, sul cappello della zucca, con la carta pergamenata sorretta da due stecchini, le abbiamo dato il titolo “LA MALEDIZIONE DELLA PRIMA ZUCCA”. Ogni anno partecipo sempre con più entusiasmo alla costruzione della zucca e sono molto contento perché un giorno la potrò fare da solo Andrea Son
MARTINA PLINI E LA ZUCCA “Casa di Chiocciola”
Io quest’anno ho fatto insieme alla mamma una “chiocciolina”. Quando sono tornata da scuola ancora non avevo la zucca, ma dopo un po’ la mamma è andata dalla nonna e ha preso quattro zucche, due ovali e due lunghe. All’inizio io e la mamma non sapevamo ancora cosa farne, ma osservando la pioggia e guardando la ringhiera del balcone ho visto una piccola chiocciolina; così, posizionando la zucca ovale su quella lunga, mi sono accorta che era venuta fuori una chiocciola. La zucca ovale aveva la cima di color arancio-rosso e la parte inferiore bianca, così abbiamo pensato di farci una casetta. La zucca lunga era verde scuro con dei puntini bianchi: abbiamo preso la zucca a forma di casetta, l’abbiamo divisa a metà e con un coltello le abbiamo tolto i semi. Delicatamente abbiamo fatto un buchino in cima, in modo che somigliasse ad un comignolo e abbiamo realizzato le finestrelle. Poi, legando cinque stecchini tra loro, ci abbiamo fatto una scaletta, che abbiamo sistemato ai lati della zucca, e mettendo due stecchini sulla testa della chiocciola, abbiamo fatto le antenne. Con l’altra zucca lunga abbiamo fatto degli alberelli che abbiamo collocato accanto al corpo della chiocciola. Successivamente abbiamo preso della carta stagnola e ci abbiamo fatto un laghetto con, addirittura, un pesciolino attaccato con un filo ad uno stecchino. Poi abbiamo realizzato la cuccia del cane, facendo la catena con una catenella e il guinzaglio con un cartoncino di uno scoch esaurito. Finalmente la lavorazione della nostra zucca era terminata, ma dovevamo fare la prova del lumino: allora abbiamo preso una candelina, l’abbiamo accesa e, sollevando il tettuccio della zucca-casetta, ve l’abbiamo sistemata. Poi abbiamo messo un incenso piccolino all’interno della casetta, così, accendendolo, usciva il fumo profumato dal buchino. Alle 17:10 siamo andate al punto di raccolta delle zucche del concorso e abbiamo messo la nostra composizione sopra un tavolinetto. Io quest’anno mi sono divertita molto nel fare questa attività, perché ho partecipato con entusiasmo e addirittura ho vinto il premio per la “ZUCCA PIU’ ELABORATA”. Dopo tutto, tre ore di lavoro per una zucca non sono poche!!!
Martina Plini
FRANCESCA CALVI E IL SUO “Pupazzo di Zucca: un pupazzo per ogni stagione”
Alla manifestazione io ho partecipato con: “Il pupazzo di zucca: un pupazzo per ogni stagione”. L’idea mi è venuta pensando alla neve (visto la giornata brutta che era!) e al pupazzo di neve e, visto che avevamo due zucche, una grande e una piccola, mi è venuta lo strano pensiero di costruire un pupazzo di zucca.
OCCORRENTE:
2 zucche (una grande e una piccola) 1 cetriolo 2 bottoni 1 sigaro (originale cubano) 1cravatta (se possibile fantasiosa) 1 cappello (necessariamente di paglia) 1 paio di occhiali (da sole) 1 scatola di stecchini
PREPARAZIONE
Per prima cosa decorare la zucca piccola che servirà per la faccia con: i due bottoni messi al posto degli occhi, il cetriolo, infilato con due stecchini, al posto del naso; per ultimo infilare il sigaro al lato della bocca. Tagliare ora la base della zucca grande tanto quanto basta per farla stare in piedi. Fare un bel nodo alla cravatta. Unire le due zucche “et voila!”… Il gioco è fatto. Mi sono divertita molto nel fare questa composizione perché è stata una vera e propria “caccia al tesoro” per il materiale occorrente! Francesca Calvi
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