Nella società dei Paesi ricchi è molto diffuso il fenomeno del consumismo, eccesso di acquisto di prodotti senza che ce ne sia reale bisogno. Esso scatta nel momento in cui si compra qualcosa che non serve veramente, o che è eccessivamente costoso, solo per ragioni di moda. Certo ciò è possibile perché si attribuisce ad alcuni prodotti un valore particolare, al di là di quello effettivo e in ciò svolge un ruolo importante la pubblicità. La grande attenzione alla pubblicità dice che siamo sempre più legati all’immagine e sempre meno a valori più reali. L’altra faccia del consumismo è lo spreco: molti dei prodotti acquistati senza vera necessità sono inutili, perciò in breve tempo vengono accantonati e spesso buttati. E’ possibile cambiare qualcosa? L’unico intervento possibile per ridurli, secondo me, può essere il ruolo della scuola. E’ impensabile infatti che tv e giornali rinuncino alla pubblicità e le industrie a sfornare prodotti sempre “nuovi”, ma la scuola, che è indipendente, può far capire ai ragazzi la necessità di scegliere liberamente solo ciò che serve, senza diventare schiavi di proposte e modelli finti che non servono.
(Flavio)
Il fenomeno del consumismo e dello spreco, rappresentanti di uno stile di vita radicalmente cambiato in pochi anni nelle società avanzate, sono stati determinati dalla pubblicità, nonché dalle moderne società industriali. Credo che siano così diffusi che è impossibile ridurli o addirittura cancellarli, per cui chiedere la riduzione del consumismo e dello spreco è come chiedere la pace nel mondo.
(Emanuele)
Alcune persone dicono che per avere tutto ciò che a loro serve bisogna continuamente comprare. A mio avviso questo è ridicolo, perché a volte si comprano cose talmente inutili che è inevitabile poi disfarsene. Poche persone sostengono che bisogna avere solo le cose necessarie, ma spesso poi le confondiamo con quelle inutili. Ecco lo spreco conseguente; i nostri sprechi potrebbero servire ad aiutare milioni di persone più sfortunate di noi. Il consumismo portato agli estremi, come succede nei Paesi occidentali del mondo, implica: - crisi di valori - comportamenti meno spontanei per piacere ed essere come tutti - maggiore considerazione per il prodotto che si “deve” comprare piuttosto che per la cura e gli affetti verso le persone.
(Matteo)
Consumismo e spreco: due facce di una stessa medaglia. E’ capitato a tutti di comprare qualcosa ritenuta indispensabile e poi non utilizzarla più dopo breve tempo. Un esempio significativo sono i bambini nella fascia dai 3 agli 11 anni: vogliono qualsiasi cosa che vedono pubblicizzata in Tv e una volta ottenuta, dopo due o tre giorni, la gettano nel “dimenticatoio” insieme a tutti gli altri oggetti/giocattoli ormai dimenticati. La colpa, secondo me, è attribuibile alla Tv, alla pubblicità in generale e ai genitori che non frenano i propri figli “per non sentirli piangere”, ma provvedono subito all’acquisto degli oggetti richiesti. D’altronde anche loro si lasciano spesso convincere di aver bisogno di oggetti/ beni sempre diversi.
(Marilisa)
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