La partenza Era da molte, ma molte settimane che la classe 1° attendeva l’arrivo del martedì 24 aprile, giorno in cui, secondo tutti i calendari, saremmo dovuti andare in gita. Eravamo eccitatissimi ma non avevamo considerato una cosa fondamentale: il tempo. Le previsioni infatti dicevano che su quasi tutta l’Italia ci sarebbero state piogge scarse, ma dato che il meteo indovina una volta ogni quarant’anni, non gli demmo troppo peso, anche se io e la mia amica Giulia eravamo decisamente sospettose. La mattina della gita, mi svegliai alle 5.10; mi vestii, feci una colazione molto leggera (soffro di mal d’auto), preparai lo zaino e mi avviai per raggiungere al più presto i giardini, dove ci aspettava il pullman. Era talmente buio, che non si vedeva più in là del proprio naso. Alle 6.15 salimmo nel pullman e partimmo per raggiungere il più in fretta possibile Viareggio. Vorrei molto descrivervi il paesaggio, ma io e la mia compagna Giulia stavamo guardando un film sul mio iPood. Dopo una breve sosta alle 7.30, in un area di servizio per fare colazione, ripartimmo. Io e Giulia finimmo di vedere il film chiamato Inkheart, ma lei si sentì male e diede di stomaco, allora la portarono davanti e io andai con lei. Noi pensavamo fosse mal d’auto, dato che aveva mangiato molto. Poco prima ci eravamo fermati ad Arezzo a prendere la professoressa Montagni.
La visita alla fabbrica dei carri di carnevale di Viareggio Arrivati a Viareggio ci abbiamo messo 10 minuti per raggiungere la fabbrica dei famosissimi carri del carnevale di Viareggio. Dopo un’estenuante attesa di circa 30 minuti nel pullman (non potevamo entrare, c’erano altre classi prima di noi) abbiamo deciso di uscire, ma è stata una pessima idea. Fuori abbiamo atteso 20 minuti, non vi potete immaginare quanto faceva freddo! Dopo aver atteso al freddo e al gelo, finalmente la nostra guida si degnò di farsi “viva”, e ci accompagnò a vedere i carri degli anni passati. Prima di tutto ci spiegò che esistono due tipi di carri: quelli grandi e quelli piccoli. Ci disse inoltre che noi avremmo potuto vedere solo i carri grandi. C’ erano carri stranissimi, con i temi più vari, dagli animali alla presa in giro dei politici. Il carro cha mi ha divertito di più è stato uno intitolato “Santo subito”, dove c’ erano i più grandi politici, come Monti e altri… vestiti da cardinali, che si preparavano a riconoscere tutte le azioni di Berlusconi e a farlo santo. Da sbellicarsi vero!? Questo carro fu premiato come carro più bello e divertente. Dopo aver visto tutti i carri ci portarono in un laboratorio dove ci fecero vedere come si facevano le figure in carta pesta: 1. Con l’argilla bisogna creare il positivo della figura voluta su uno scheletro di giunchi; 2. Poi bisogna mettere del gesso sulla figura dividendola sui punti critici, così facendo creiamo il negativo; 3. Togliamo il negativo dividendolo in diverse parti e creiamo il positivo con la carta pesta, che verrà successivamente unita con fili di ferro; 4. Infine coloriamo la figura in carta pesta ottenuta.
Quando finimmo le nostre figure, Giulia si sentì di nuovo male, mentre gli altri visitarono il museo dei carri di Viareggio, dove si trovavano i bozzetti e i modellini dei vecchi carri, che dopo aver sfilato furono smantellati. Dovemmo ripartire per andare a pranzo in un lussuosissimo ristorante a quattro stelle, dove ci portarono pasta al forno, petto di pollo alla griglia, patatine fritte e panna cotta al cioccolato. Tutto davvero squisito.
A Lucca Finito il pranzo ci siamo diretti a Lucca, dove ci siamo fermati per mezz’ora in un parcheggio dove le professoresse erano indecise se farci tornare a casa, dato che pioveva a dirotto, o andare in un anfiteatro romano trasformato in piazza, dopo aver deciso di non farci fare la passeggiata sul Lungo Mare. Scelsero la seconda opzione. La piazza era più piccola di come me l’ero immaginata, ma anche più colorata, con un sacco di negozi e tanti fiorai proprio al centro. Lì ci diedero 10 minuti per comprare il regalino per le famiglie, io presi anche un regalo per Giulia che era rimasta nel pullman con una professoressa dato che si sentiva ancora male.
Il ritorno Alle 16.00 ripartimmo. Dopo una sosta al Mc Donald, per le 20.00 fummo a casa. Sono sicura che non ci dimenticheremo mai di questa gita, bellissima e un po’ sfortunata.
Sara Tabuani 28-04-2012
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