All’inizio del XX secolo il fisico tedesco Alfred Wegener fu attirato da una strana coincidenza: la forma della crosta occidentale del continente africano e quella della crosta orientale del continente sudamericano combaciavano perfettamente. Inoltre molti fossili ritrovati in Africa erano uguali a quelli ritrovati in Brasile, così lo studioso suggerì che un tempo le terre emerse appartenessero ad un unico blocco, che poi si era disgregato, chiamato pangea.
La pangea si sarebbe spezzata circa 180 milioni di anni fa, a causa del processo della deriva dei continenti, dando luogo ad altri due supercontinenti: l’Eurasia (supercontinente del nord) e la Gondwana (supercontinente del sud). Dall’ulteriore frammentazione dell’ Eurasia e della Gondwana deriverebbero gli attuali continenti. Wegener, a conferma della sua teoria, portò atre prove, quali la natura geologicamente simile delle rocce dei continenti che idealmente si incastravano e alcuni ritrovamenti fossili del rettile Mesosaurus e della felce Glossopteris, distribuiti in fasce che abbracciavano i due continenti e che facevano ipotizzare che in passato fossero uniti in un solo continente. Nonostante queste prove, la sua teoria fu ritenuta bizzarra e non venne accettata. In effetti Wegener, con i mezzi e le conoscenze a disposizione nel secolo scorso, non poteva spiegare come e perché da quest’unica Pangea si fossero poi distaccati i vari continenti e da che cosa potesse nascere la forza responsabile dei loro spostamenti successivi. La teoria sulla Pangea è oggi largamente accettata e viene detta teoria della Deriva dei continenti. La crosta terrestre è divisa in placche o zolle, incastrate tra loro, che si muovono lentamente sulla superficie del pianeta, scorrono le une sulle altre, si urtano, si allontanano. Quando due zolle si urtano, possono innalzarsi delle catene montuose, come è successo per le Alpi, nate dallo scontro fra la zolla africana e quella eurasiatica, oppure possono originarsi dei terremoti o eruzioni vulcaniche. Esistono anche spostamenti provocati dal mare, chiamati maremoti; essi sono fenomeni naturali,che provocano la morte di parecchie persone. Le classificazioni dei terremoti sono le seguenti: Terremoti superficiali con ipocentro fino a 50 km Terremoti intermedi con ipocentro da 50 a 300 km Terremoti profondi con ipocentro da 300 a 700 km Le onde sismiche provocate dallo spostamento delle zolle sono divise in: Onde ondulatorie che si propagano in orizzontale Onde sussultorie che si muovono su e giù.
Classe I°a
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