Omicidio a scuola

Data 11/1/2006 23:00:00 | Categoria: Io creo

profTanto tempo fa, in una scuola media di un piccolo paese umbro accadde una cosa terribile: un omicidio!
Quella mattina, come al solito, i ragazzi della III classe entrarono a scuola alle ore 8.00. Erano molto agitati perché, durante la prima ora, avrebbero dovuto svolgere una verifica scritta di matematica.
La professoressa Severini entrò in aula con qualche minuto di ritardo, fece nervosamente l'appello e si accorse che mancava un'alunna: Paola Sfortunelli.


I compagni si guardarono e si chiesero stupiti dove fosse finita, poiché, pochi minuti prima, l’avevano vista scendere dal pulmino. Si allarmarono e andarono a cercarla. La bidella si diresse verso il bagno e scoprì il piccolo corpo della ragazza steso in terra, ricoperto di sangue. Dopo qualche minuto tutta la scuola era in subbuglio: chi voleva andare in bagno a vedere il cadavere, chi ancora non aveva capito cosa fosse successo, chi urlava dal panico. Nell’arco di mezz’ora venne il commissario di polizia con i suoi agenti e la Preside dell’Istituto. Nessuno si poteva spiegare come fosse morta. Dapprima il commissario ipotizzò che la ragazza fosse scivolata e avesse battuto la testa, ma poi cambiò la sua versione dei fatti. Si accorse che sul pavimento c’erano delle impronte di scarpe che non sembravano di un adolescente e vicino al corpo rinvenne anche un capello che non apparteneva alla ragazza.
Furono interrogati tutti gli alunni e gli insegnanti della scuola, ma nessuno seppe dare al commissario il minimo indizio sullo svolgimento del fatto.
Dall’esame delle scarpe venne fuori che le impronte rinvenute potevano appartenere alla bidella o alla professoressa Severini. La prima non negò di essere stata nei bagni delle femmine a controllare la carta igienica. La seconda, invece, negò fermamente di essere entrata in quel luogo. Le indagini ebbero una svolta con la scoperta del “proprietario” del capello: la prof. di matematica!
L’insegnante fu subito interrogata e portata in commissariato. Alla fine confessò di aver ucciso la ragazza perché essa il giorno precedente, durante la ricreazione, l’aveva sorpresa a baciarsi con il professor Porconi, marito della Preside.
La ragazza, sconvolta, disse che avrebbe rivelato tutto. Così quella mattina la prof presa dall’ira la spinse nel bagno e la minacciò con la bocciatura se avesse riferito dell’accaduto. Ci fu un litigio fra le due e la ragazza, scivolando, battè la testa sul water e morì all’istante.
Il processo alla prof. Severini durò qualche mese e si concluse con la sua condanna a dieci anni di carcere per omicidio involontario ed omissione di soccorso. Il prof. Porconi venne punito dal Ministero e… da sua moglie. 


Silvia Gazzurra e Jacopo Dominici
Classe III D Scuola Media di Monteleone





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