San Valentino  è alle porte,il giorno più romantico dell’anno si avvicina e nessuno vuole farsi trovare impreparato, neanche chi è “libero”!!!! se vuoi passare un giorno indimenticabile con il/ la tuo/a ragazzo/a devi assolutamente seguire alcune regole fondamentali, ai dettagli dell’appuntamento ci pensi tu!!!! Ecco cosa devi fare:

-         via amici  e parenti, ovunque vuoi trascorrere San Valentino, dovete essere solo voi 2, niente gruppetto!!! Almeno il 14 febbraio…

-         organizza l’appuntamento in un luogo che piaccia a tutti e due. Se il locale non piace a lei o lui ci rimane male e preferirebbe essere da un’altra parte e non con te, se il locale non piace a te non avrai il San Valentino dei tuoi desideri

-         portalo/a in un posto diverso, non nel solito localino dove si spende poco!!! Non dico però di andare in un hotel a cinque stelle… Insomma, regolati!

Portà 'l lutto al gatto=avere le unghie sporche
Prénde' le pedétte=rassomigliare, uniformarsi a qualche modello
Prénde'pìolo=prendere vivacità, rianimarsi
Guardà' di tralìce=guardare male, guardare di traverso
Me l'apporgéva 'l sangue=lo temevo, lo prevedevo
Fa' le lute=essere veloce e andare velocemente
Avè' le traveggole=avere strane idee in testa, non ragionare
Stà a la merigge = stare all'ombra
Annàlle a cercà col lanternino =cercare i guai
Annà a letto cò le galline =Andare a letto  presto
Avè le traveggole  =avere strane idee in testa
Campà a scrocco =vivere sulle spalle altrui
Campà de stolse =avere continue  preoccupazioni

Laura Marchini & Ilenia Andreoli

Nella metà del ‘900 la cultura non era delle migliori anche perché solamente la minima parte della popolazione poteva arrivare alla quinta elementare. Quindi nei discorsi del parlare comune cominciarono a nascere degli strafalcioni cioè deformazioni della lingua italiana. I più utilizzati erano:

-        Mi qui (qui)

-        Mellà (là)

-        Cino (piccino)

Ecco delle poesie create da alcuni alunni della classe IV Primaria di Ficulle nel bel mezzo dell’atmosfera Carnascialesca.

Quant’è bello il Carnevale
scoppia come un temporale,
con canti balli e  improvvisate
e una marea di risate.
Tutti quanti a festeggiare
a divertirsi e a scherzare,
sia grandi che piccini
fanno scherzi birichini.

INGREDIENTI:

3 UOVA (UTILIZZARE SOLO IL TUORLO)
6 CUCCHIAI DI ZUCCHERO
1 BICCHIERE DI ACQUA
2 CUCCHIAINI DI GRAPPA
IL SUCCO DI UN LIMONE
1 BUSTINA LIEVITO PER DOLCI
FARINA q.b.

Se pensate che il carnevale sia sempre stato così…bè, vi sbagliate di grosso!!!
Quando ero bambina il carnevale era molto diverso. Tanto per incominciare c’erano pochi vestiti carnevaleschi, proprio perché venivano cuciti a mano, e si vestivano soltanto le persone adulte. Le maschere erano: il Pagliaccio e la Pagliaccia, lo Sposo e la Sposa, il Vecchio e la Vecchia e, infine, ma con un ruolo importantissimo, il “Sonatore con la fisarmonica”. Come da tradizione, il carnevale veniva festeggiato il Giovedì Grasso, la Domenica e il Martedì.

A carnevale, ai miei tempi, oltre a preparare i soliti dolci come castagnole e frappe, si usava uccidere la gallina per fare il sugo per le tagliatelle fatte in casa. Si riteneva che se non si ammazzava, la gallina sarebbe comunque morta da sola! Tutto questo avveniva la domenica del carnevale aspettando le maschere. La giornata si concludeva in allegria riunendosi tutti insieme in una casa dove si ballava con l’organetto.

Piera e Claudia

Il mio Carnevale nel 1946 si svolse in collegio ove frequentavo le scuole superiori. A me non era dato ballare, prima cosa perché non ero molto brava, seconda cosa perché animavo le nostre feste con il suono della mia fisarmonica.

Quest'anno grazie all'insegnamento di Zhou Quan ci siamo divertiti a creare degli insoliti alberelli di Natale con la tecnica degli origami.
Ci è voluto un po' per imparare perchè è piuttosto complicato ricordare tutti i passaggi ma alla fine, con molta pazienza ce l'abbiamo fatta e, oltre a divertirci, abbiamo realizzato degli ottimi lavori! Ci piacerebbe spiegare il procedimento ma non è così semplice... Adesso ci prova il nostro amico Quan. Per un alberello di media grandezza:
1. Preparare 5 cartoncini di forma quadrata con i seguenti lati: uno di 20 cm per la base, uno di 25 cm per il ramo maggiore, uno di 20 cm per il ramo intermedio e due da 15 cm per l'ultimo ramo e la cima. 
2. Piegare adeguatamente secondo .... (Come si fa a spiegare per iscritto? Più facile dire che fare!!!!)  
3. Quando sono pronti i vari pezzi basta incollarli uno sopra l'altro e decorarli come più piace.
Intanto vi mostriamo le immagini dei nostri capolavori!

Classe II A

 A
chi
ama
dormire
ma si sveglia
sempre di buon
umore, a chi saluta
ancora con un bacio, a
chi lavora molto e si diverte
di più, a chi va in fretta in auto
ma non suona ai semafori, a chi arriva
 in ritardo ma non cerca scuse, a chi spegne
la televisione per fare due chiacchiere, a chi è
felice il doppio quando fa a metà, a chi si alza presto
per aiutare un amico, a chi vede nero solo quando è buio
A chi non aspetta Natale
per essere
migliore

BUON NATALE

Gli alunni della IV

Quest’anno non festeggeremo il Natale con i canti in chiesa come abbiamo fatto negli anni passati, ma faremo una festa a scuola! Ciascuno di noi preparerà a casa un piccolo dono con un biglietto di auguri e il proprio nome. Dopo, le maestre incarteranno questi regali con una carta uguale per tutti e, l’ultimo giorno di scuola,  ognuno di noi pescherà da una cesta sotto il nostro albero un dono fatto da un compagno.
Quest’idea a noi bambini è piaciuta moltissimo ed aspettiamo con ansia il 22 dicembre.
Classe IV

Voglio raccontarvi come passavamo le feste natalizie quando io ero bambino.
Aspettavamo quei giorni con molta gioia, anche se eravamo consapevoli che i regali non erano molti: ci accontentavamo di poche cose.
Noi bambini, ci divertivamo giocando a tombola e con le carte, la sera della vigilia di Natale.
A quei tempi c'erano i centesimi, come ora; giocando spesso rimanevamo con il borsellino vuoto e, per continuare a giocare, chiedevamo ai nostri genitori se potevano darci qualcosa, sempre se non erano rimasti asciutti anche i loro borselli!!!
Non rimaneva altro, solo andare a dormire con la speranza che Babbo Natale nella notte assieme ai doni passasse riempendo anche i borselli dei nostri genitori.
In quei giorni di festa la nostra mamma, cucinava cose buone e genuine.
Quel periodo delle feste Natalizie era molto diverso da quello di oggi, però eravamo felici ugualmente!!!
Le classiche due parole che voglio dirvi sono

Buon Natale!!!                      

Dino Cicerchia

Ave Maria del ceppo.

 

Ave Maria del ceppo,
 l'angelo benedetto,
ceppo bello,
ceppo caro,
non essere tanto avaro,
empi bene la tua panza
di regali e di sostanza
riempi bene il canestrino
nel cantone del cammino.
Ivana Nappini

Quando ero piccola, per Natale, sull'albero si mettevano, al posto delle palline ormai tradizionali, mandarini e dolcetti di ogni tipo.
Noi bambini aspettavamo con ansia quel giorno, per poi mangiarceli insieme alla nostra famiglia.
I regali non erano come quelli di oggi, si riceveva, per le bambine, bambole di pezza  invece, per i bambini, macchine fatte con legno e "rocchetti" di cotone.
Questo era il Natale di quando ero piccola.
Con questo ricordo vi voglio augurare

  BUON NATALE e FELICE ANNO NUOVO!!!

Stella Grazia Guidarelli