La Chiesa di San Vitale è stata costruita tra il 525 e il 547 d.C. a Ravenna. E’ una struttura complessa ed ha un perimetro ottagonale. All’esterno il corpo principale dell’edificio è sormontato da un tamburo, anche questo ottagonale, che racchiude la cupola interna. Prima l’edificio era preceduto da un quadriportico ed era riservato a tutti coloro che dovevano ricevere il sacramento del Battesimo. All’esterno possiamo vedere che ogni lato dell’ottagono è separato da quello adiacente mediante i robusti contrafforti.
Ogni lato è a sua volta scandito da lesene. All’interno, sia nella disposizione degli spazi, sia nella decorazione musiva, c’è una grande ricchezza. Ad esempio ai lati dell’altare nella parete sinistra ci sono due mosaici che rappresentano l’imperatore Giustiniano, accompagnato dai soldati, e l’imperatrice Teodora sulla parete destra. Le figure sono rigidamente frontali e sono definite da una linea di contorno, sono allineate sullo stesso piano e non hanno profondità e anche il fondo di colore oro contribuisce ad appiattirle e a creare uno spazio indefinito ed astratto. In questo ambiente però cambia il nostro rapporto con lo spazio. La Chiesa, come le prime basiliche paleocristiane, non indica un cammino sicuro da seguire ma lascia ad ognuno la scelta: si può percorrere interamente il deambulatorio oppure affacciarsi alla parte centrale dei lati dell’ottagono, avendo di volta in volta una visione diversa. La partecipazione ai misteri della fede diventa così un sentimento molto più personale e reso indefinito dal passaggio continuo dall’ombra alla luce. Le linee sono in prevalenza curve con l’eccezione di quelle che definiscono il perimetro e lo sviluppo verticale dell’edificio. All’interno della basilica sembra che i muri perdano la loro compattezza sotto il rivestimento colorato e sfavillante di lastre di marmo e mosaici. I capitelli delle colonne sono sormontati da pulvini a forma di piramide rovesciata e si direbbero ricamate come trine preziose. La luce è vivida in alcuni punti ma molte parti dell’edificio sono lasciate nella penombra. Federica Giuliacci I E Montegabbione.