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Scuola e dintorni : storia delle maschere italiane
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Inviato da MediaMGabbione il 7/2/2007 20:54:46 (2883 letture) News dello stesso autore
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Il Carnevale si festeggia durante il periodo che va dall’Epifania a quello che secondo i cristiani precede la Pasqua e viene chiamato Quaresima, nient’altro che un periodo di penitenza e digiuno. Il Carnevale è una festa allegra e divertente soprattutto per i bambini. Spesso ci si traveste con maschere tipiche. Molto famosi sono i Carnevali di Venezia e quello di Viareggio dove sfilano carri e persone travestite, sono veramente da non perdere!!! La storia di alcune maschere. La maschera di Pulcinella è tra quelle tradizionali, è nata a Napoli e rappresenta una persona poco affidabile che cerca sempre di uscire dai suoi guai. Non ha proprio un “ruolo fisso”: da capitano a servo, da vecchio a falegname, qualsiasi lavoro. Indossa una camicia bianca con maniche lunghe, un cinturone nero, pantaloni morbidi e una maschera nera con un grande naso. La maschera di Pantalone ha origine a Venezia, rappresenta un mercante molto ricco, avaro e pedante. I suoi servi non mangiano mai con lui perché li caccia. Si impiccia negli affari degli altri e non smette mai di chiacchierare. Indossa pantaloni, casacca e calze rosse (simile ad un mercante veneziano), cappello nero soffice senza tesa, una sopraveste nera molto larga e inoltre calza ciabatte senza tacco con punta rivolta verso l’alto, come si usa in Oriente. Ha un naso ad uncino e una barbetta. La maschera di Balanzone è quella di un dottore molto simpatico. Ha sempre la testa fra le nuvole, scontroso, apprezzatore della cucina bolognese. Indossa abito nero con polsini e gorgiera bianchi. Sulle spalle porta una toga, cappello nero con tesa rigirata. È molto intelligente e porta gli occhiali. La maschera di Brighella nasce nei ricchi quartieri di Bergamo, il suo nome deriva dal verbo brigare che definisce un comportamento dispettoso. È spesso in litigio con Arlecchino anche se si rivela più furbo. È molto abile a ballare, cantare, suonare. Indossa una casacca con ampi pantaloni decorati da verdi nastri; ha una maschera fino a mezzo volto che può variare di colore, o verde oliva, o nera o di altri colori. I fori per gli occhi sono grandi per poter vedere il suo sguardo malizioso. La maschera di Arlecchino nei quartieri poveri di Bergamo è una tra le maschere più conosciute al mondo. Rappresenta un servo che va in cerca di una vita migliore, è ingenuo, un credulone e per non mettersi nei guai non aspetta altro che ingannare. Poi si dispera e si consola con molta velocità. È sempre in mezzo ai guai e alla ricerca di cibo. I suoi movimenti veloci, il modo di cantare, il suo tono stridulo della voce divertono le persone che gli stanno attorno. Indossa pantaloni aderenti e una giacca con toppe multicolori. Attaccati alla cintura porta il “BATOCIO”, cioè un bastone a forma di spatola utilizzato dai bergamaschi per girare la polenta nel pentolone e per condurre le vacche al pascolo. La “SCARSELLA” è una piccola borsa dentro la quale si tiene il pane, i soldi e la lettera del padrone che deve essere recapitata. In testa porta un cappello di feltro con un cordino di coniglio in ricordo di un passato da cacciatore. In viso ha una maschera nera che non toglie mai. Si narra che il vestito di Arlecchino sia stato inventato dalla madre, perché arrivati alla vigilia di Carnevale il figlio non aveva un vestito da indossare per la festa in maschera che si teneva a scuola come gli altri bambini. La madre allora durante la notte vedendo il figlio triste unì tutti i pezzettini di stoffa che aveva e gli costruì un bellissimo vestito di cui Arlecchino andava fiero. Colombina è la più conosciuta tra le “servette”, la sua maschera è nata a Siena, sulla scena è spesso moglie o fidanzata di Arlecchino, e anche se viene corteggiata dal padroncino o dai suoi amici, rimane fedele allo sposo o fidanzato. Favorisce gli intrighi amorosi della sua padrona, raggirando il padre burbero e severo. Consegna bigliettini segreti e organizza incontri lontani da occhi indiscreti. Talvolta è bugiarda ma sempre a fin di bene. È civetta, intelligente, furba e chiacchierona. Veste un corpetto e un’ampia gonna a balze ed ha un grembiulino provvisto di tasche in cui infilare i biglietti d’amore. Sul capo porta una “crestina”, il fazzolettino tipico delle cameriere, fermato da un nastro. NADZIJE HAVZIU, FRANCESCA MUCCIFORA, FEDERICA GIULIACCI
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