CODA DELLA STORIA DI CAPPUCCETTO ROSSO
… Dopo essere stata salvata, la nonna s’innamorò del cacciatore e voleva sposarlo, ma il cacciatore non ne voleva sapere e scappò. Intanto la nonna su Internet aveva scoperto di essere nipote del re e perciò si stabilì a palazzo. Quando Cappuccetto Rosso cercò di andare dalla vecchina, le guardie non la fecero entrare. Allora disperata tornò a casa, ma nel tragitto incontrò tre lupi, uno più grande dell’altro. Lei si avvicinò e scoprì che erano feriti; poiché aveva un po' di esperienza nel campo della medicina e aveva quattro lauree, curò le loro ferite, molto superficiali, e per questo motivo fece presto a guarirli.
La ragazza era tentata di scappare perché aveva paura dei lupi, ma proprio la paura la bloccò. I lupi molto grati le offrirono un pranzo a base di insalata e verdure. Cappuccetto Rosso rimase molto sorpresa e pensò che fossero vegetariani, ma poi le venne un dubbio: ”... e se dopo l’insalata mangiano me? D'altronde sono lupi!” presa da un attacco di panico, svenne. Riaprì gli occhi e vide i lupi che la guardavano preoccupati; si convinse che erano proprio vegetariani. Si rialzò dal letto dove era sdraiata e disse che si chiamava Cappuccetto Rosso, quelli, tutti contenti, dissero che si chiamavano Enzo, Rocco e Antonio. Trascorsero due mesi e la bambina provò insieme a loro tre a tornare dalla nonna; dopo due ore di cammino i quattro arrivarono al palazzo ma quando bussarono le guardie non le fecero entrare come l’altra volta. Enzo, arrabbiato, minacciò le guardie di mangiarle se non li avesse fatti entrare; quelle, non sapendo che era vegetariano li fecero entrare, ma Enzo restò fuori a fare da "guardia" alle guardie. Gli altri tre proseguirono ed entrarono in una stanza dove c’erano tanti quadri sulle pareti di un corridoio lunghissimo e alla fine due guardie. Percorrendo questo corridoio la bambina cadde 2 volte: una volta, calpestando la coda di Rocco, e l’altra inciampando su una vecchia armatura e rischiando di fare la fine di Donata Vareno. Gli ultimi trenta metri erano pieni di buche e ostacoli, nei quali cadde Antonio facendosi male alla coda; impiegarono trenta minuti a percorrerli e, alla fine, al posto delle guardie trovarono solo armature. Quindi aprirono la porta e dopo due minuti di cammino arrivarono a due cartelli: uno diceva per la nonna a destra, l'altro per la vecchietta a sinistra; la bimba confusa guardò i lupi, mentre fuori Enzo giocava a carte con le guardie. I lupi restarono sbalorditi e guardarono le due strade, mentre Cappuccetto Rosso guardandoli proseguì ma inciampò su un rastrello dandosi una botta in testa; i lupi scoppiarono a ridere mentre all'amica cresceva un bernoccolo grandissimo. Presero la strada a destra e camminarono, ad un certo punto fuori dal castello passò un’auto nuova; il guidatore propose ai presenti di comprare una playstation compreso il cd: il costo era di venti monete d’oro. Enzo, d’accordo con le guardie, sfruttò le sue doti lupine minacciando il venditore con lo stesso ricatto fatto alle guardie: il venditore spaventato lasciò il gioco e scappò a tutto gas. Cominciarono a giocare mentre Antonio, Rocco e Cappuccetto Rosso camminavano per la via da loro scelta fino ad arrivare ad una scala a chiocciola con 300 scalini. Molto pazientemente iniziarono a salire e dopo un’ora arrivarono alla cucina imperiale dove trovarono una servitù molto gentile che offrì a tutti uno spuntino. Ma per Rocco e Antonio era come se non avessero toccato cibo! Poi aprirono una porta tutta d’oro con merletti e disegni e videro una donna bellissima; Cappuccetto ebbe la sensazione che quella donna l’aveva già vista. Guardava la donna e la donna guardava lei, si esaminarono a vicenda sotto gli occhi sorpresi dei lupi; infine Cappuccetto le si avvicinò, le diede un pizzicotto e si riparò dietro le spalle di Rocco: a quel punto capì che quella era sua nonna; allora si fece raccontare perché era così ringiovanita e la vecchina rispose che si era fatta fare una plastica; Rocco e Antonio chiamarono Enzo e lo fecero salire e, quando fu arrivato, gli dissero che Cappuccetto Rosso aveva ritrovato la nonna; per ringraziare i lupi di aver aiutato la nipote quella gli offrì di restare a palazzo. Tutti loro accettarono e vissero per sempre felici e contenti.
Di Maio Elia 1E
PINOCCHIO E I SETTE NANI
C'era una volta un bambino di legno, Pinocchio, che aveva un fratello, Giovannino che era di metallo arrugginito: per questo Giovannino non comunicava con nessuno. Il fratello voveva trovare per lui un rimedio, studiare un modo per portarlo in vita, trovare una soluzione per farlo parlare. Un giorno si incamminò nel bosco vicino casa sua. Camminando vide un casetta di legno dove c'erano sette nani e una ragazza di nome Cenerentola. Pinocchio, curioso, si avvicinò e poi entrò dentro la casetta. Entrato vide sette letti, con un nome in fondo che lui non riusciva a leggere, perchè era analfabeta. I nani appena lo videro lo accolsero con entusiasmo e gli chiesero che cosa voleva; Pinocchio incominciò a raccontare la storia di suo fratello. Finito il racconto, i nani gli dissero che doveva andare a prendere la mela su un albero speciale. Lui fece così, corse a prenderla e tornò dal fratello, gliela passò sul corpo e il fratello cominciò a parlare. Pinocchio tutto contento gli fece conoscere i sette nani. Giovannino chiese loro se potevano rimanere a vivere tutti insieme. I nani accettarono e vissero felici e contenti.
Stefano Pasquini 1E
IL GATTO CON LE PANTOFOLE
C'era una volta una vecchia contadina che prima di morire donò alle sue tre figlie i suoi tre averi: alla prima le donò un orto, alla seconda donò un cavallo e alla terza un gatto con le pantofole. La più grande con l'orto donato dalla madre aprì un'azienda agricola e diventò ricca. La seconda con il cavallo girò tutto il mondo alla scoperta di culture e tradizioni. La più piccola non era contenta, perchè con il dono della madre non poteva farci niente; cercò allora di vendere il gatto, ma non ci riuscì. Un giorno mentre dormiva sentì delle voci che provenivano dalla cuccia del gatto: piano piano si avviò verso di lui, aprì piano la porta e vide il gatto con dei bambini poveri, ai quali il gatto stava donando dell'oro. La ragazza, scioccata da ciò che aveva visto, volle raccontare tutto alla gente della città, però capì che, se l'avesse raccontato, nessuno le avrebbe creduto. Qualche giorno dopo la ragazza incontrò un amico e gli raccontò tutta la storia: il ragazzo rimase senza parole. Il giorno seguente i due andarono nella cuccia del gatto e, dopo 15 minuti, il gatto parlò dicendo che lui era un gatto magico. I due gli chiesero da dove estraeva l'oro; il gatto rispose dicendo " ... dalla puzza delle sue ciabatte". I ragazzi diventarono grandi e si sposarono; poi decisero di andare per il mondo con il gatto a distribuire doni ai poveri, anche se a volte uno dei due sveniva dalla puzza.
Matteo Vitali 1E