Nel tempo l’uomo, con la sua intelligenza, ha inventato macchine capaci di sostituire i muscoli, mentre il computer sembra aver rimpiazzato il cervello.
Per secoli ha lavorato duramente la terra, spostandosi a piedi o con gli animali, sempre faticando, con grande sforzo dei propri muscoli e aiutandosi col bestiame e con pochi attrezzi.
Per spostarsi da una città all’altra impiegava molto tempo, il lavoro era duro, il corpo sempre sotto sforzo; il suo cervello però sempre in movimento, per trovare soluzioni, inventare.
Così col passare del tempo è riuscito a trasformare in meglio la vita.
Oggi infatti la situazione è molto cambiata: crediamo che questo sia giusto. Che male c’è se l’uomo si alleggerisce il lavoro? Le macchine inventate gli facilitano la vita, gli lasciano tempo libero per pensare a se stesso, hanno accelerato i tempi di produzione e di studio, la fatica muscolare non è più tanto necessaria.
Il computer lo aiuta soprattutto nel lavoro mentale: sa calcolare cinque triliardi per novantadue milioni, permette di fare compere senza spostarsi, facilita le ricerche scolastiche, aiuta gli scienziati nei loro studi e scoperte.
Ma la sua è un’intelligenza artificiale che non può competere con un’intelligenza “vera”. E’ l’uomo che ha costruito le macchine e inventato il computer, perciò non è rimpiazzato da loro, ma resta l’artefice di tutto. Classe III B