Il giorno 30 maggio noi 1° e 2° media di Montegabbione, siamo andati a Bevagna. Siamo partiti alle 7:30 con la prof. Bigazzi e il prof. Mosconi; abbiamo viaggiato con il pullman. Quando siamo arrivati abbiamo fatto colazione; finito di mangiare ci siamo diretti al laboratorio della seta, arrivati la signora ci ha spiegato che la seta la producevano i “BACHI DA SETA” e che i bachi da seta li prendevano a Padova. Il filo si metteva sul rocchetto grazie ad una macchina che girava e faceva rumore e una persona stava dentro la macchina; per distogliere l'attenzione dal rumore e dal modo veloce di girare si impegnava in un'altro mestiere ed un'altra persona che stava fuori dalla macchina doveva stare attenta a vedere se il filo scappasse o no dal rocchetto.
La macchina girava per 8-9 ore di seguito. Poi siamo saliti al piano superiore e la signora ci ha fatto vedere i bachi da seta e ha detto che vanno tenuti in un luogo tiepido e ci ha fatto vedere come si faceva un tappeto, utilizzando un telaio a mano. Dopo siamo andati a vedere come si facevano le monete, nel laboratorio della zecca, e c'era un ragazzo che ci ha detto che se volevamo fare domande non dovevamo alzare la mano e la prof. Bigazzi c'è rimasta un po' male. All'inizio ci ha fatto vedere un forno il quale conteneva dei carboni, per fondere il metallo; poi ci ha mostrato come si arrotondavano le monete e poi infine ci ha illustrato come si faceva la stampa sulle monete. Successivamente siamo andati al laboratorio della cera, un signore ci ha spiegato che il materiale utilizzato era la cera d'api, e che per fare una candela bisognava prendere la canapa, bagnarla, arrotolarla facendo un' occhiello in modo che si potesse appendere, poi si metteva la cera d'api a bagno maria a 98°C circa e con un ramaiolo la cera liquida veniva versata sul filo di canapa: dopo una decina di colature la candela poteva essere pronta. Al soffitto erano appese delle candele attorcigliate che si ottenevano con l'intreccio di due candele. L'ultimo laboratorio che abbiamo visitato è stato quello della carta dove all'inizio siamo entrati in una cantina e lì un signore ci ha spiegato come si faceva l'impasto della carta e cioè con calce viva, acqua e pezzi di stracci e poi ci ha detto due cose, che tra pochi giorni inizia la festa che ricorda il Medioevo e che eravamo tutti invitati; e la seconda cosa che il prossimo anno potremmo raccogliere delle magliette di cotone bucate che non ci servono più, e organizzare un'altra gita e con l'occasione portagliele, per poi avere in cambio i fogli di carta ottenuti lavorandole. Poi siamo saliti in una stanza dove c'era una puzza tremenda, la puzza era la colla per la carta (ottenuta facendo bollire ossa, pelli ed interiora di animali), successivamente ci hanno suddiviso per classe; noi di seconda siamo andati al piano terra dove abbiamo immerso una sorta di setaccio in un grande contenitore con una poltiglia di acqua e stracci: facendo scolare l'acqua, il setaccio andava poi rovesciato su un panno per far asciugare il foglio così ottenuto. Dopo siamo andati al piano superiore dove c'era la colla e abbiamo immerso dei fogli di carta in questa colla e poi li abbiamo pressati, dopo abbiamo lavato le mani e intanto che aspettavamo la 1° ci hanno consegnato la carta fatta da noi. Finito il laboratorio, alle 12:00 siamo andati a pranzare e ci hanno concesso, fino alle 13:45, un po' di libertà. Alle 13:45 avevamo tutti appuntamento, compresi i prof., nella piazza principale di Bevagna, per andare a riprendere il pullman. La gita è stata bella e interessante e si potrebbe rifare. Lucia Frasconi