Mercoledì 30 Novembre noi ragazzi della III media abbiamo frequentato il Laboratorio Ambiente ad Allerona.
Siamo partiti verso le 9:00 e inizialmente ci siamo diretti ad Orvieto. La nostra uscita prevedeva l’analisi di svariate rocce presenti sulla rupe di Orvieto, ma purtroppo abbiamo potuto analizzare solamente il travertino, il tufo e la pomice perché ha incominciato a piovere forte e siamo stati costretti ad interrompere l’uscita. Ci siamo dunque diretti ad Allerona dove abbiamo esaminato vari tipi di rocce che caratterizzano l’ambiente di Orvieto.
- Ne è un esempio il travertino: ha una bassa durezza, il suo stato di aggregazione è coerente, è chiaro di colore, ha rugosità e porosità elevata, reagisce con acido cloridrico ed ha una radioattività bassa. Questa roccia testimonia un paleoambiente con presenza di acqua calma e bassa.
- Il tufo invece, ha una durezza bassa, uno stato di aggregazione coerente, un colore medio; rugosità e radioattività elevata ma porosità bassa, e reazione con acido cloridrico negativa. E’ una roccia erodibile, non ha un colore omogeneo e ha differenza nella dimensione dei clasti. Il tufo testimonia un paleoambiente vulcanico.
- La pozzolana ha durezza, porosità e rugosità bassa; un incoerente stato di aggregazione, un colore scuro e non omogeneo, radioattività elevata e reazione con acidi negativa. E’una roccia erodibile e ci sono differenze nelle dimensioni dei clasti. La pozzolana testimonia un paleoambiente vulcanico.
- L’ultima roccia che abbiamo esaminato è stata la diatomite con impurità, che ha una durezza, porosità e rugosità basse, ha uno stato di aggregazione coerente ma ci sono differenze nelle dimensioni dei clasti. Ha un colore chiaro ma non omogeneo. E’una roccia erodibile e reagisce con acido cloridrico.
Siamo riusciti a ricostruire l’ambiente che c’era ad Orvieto.
In realtà inizialmente Orvieto non esisteva come città, ma era sommersa dal mare, infatti era presente un ambiente marino; successivamente è divenuto un ambiente fluviale, poi un luogo con acqua calma e bassa , quindi la terra è emersa con un ambiente vulcanico, per poi ritornare ad un ambiente di acqua calma e bassa. Acquisite queste notizie sull’origine di Orvieto abbiamo ripreso il lavoro realizzando un quadretto da portare a casa.
Prima di tutto, insieme all’esperta, abbiamo stabilito la posizione delle rocce sul cartoncino e abbiamo raggruppato il tufo, il basalto, la pomice e il granito nelle rocce ignee; l’argilla, il marmo, il travertino e la diatomite con impurità nelle rocce sedimentarie; l’ardesia e il calcare nelle rocce metamorfiche.
Successivamente abbiamo incollato le varie rocce sul quadretto e abbiamo attaccato delle etichette con i loro nomi.
Finito il lavoro abbiamo salutato le esperte e siamo tornati con il pulmino a casa.
Per me è stata un’esperienza interessante, perché ho scoperto moltissime cose che prima non sapevo e, soprattutto, mi è piaciuto conoscere la situazione della zona di Orvieto nel corso dei secoli.