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Inviato da MediaFabro il 30/4/2013 23:20:56 (1530 letture) News dello stesso autore
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Il giorno 23 Aprile 2013 sono venute le persone del POST, il Museo delle Scienze di Perugia. Noi della classe III abbiamo lavorato con il DNA del kiwi, praticamente il lavoro da fare era trovarlo. Abbiamo iniziato parlando di cosa era ed abbiamo detto che era una macro-molecola che serve a far funzionare il nostro organismo e serve anche a trasmettere i caratteri ereditari da genitore in figlio, abbiamo pure detto che il DNA definisce i capelli, l’altezza, i colore degli occhi ecc. Prima di iniziare hanno consegnato a tutti un kiwi, ce lo hanno fatto sbucciare e poi tagliare a fette. Il secondo passaggio è stato quello di mettere le fette nel beker, e con un pestello le abbiamo schiacciate fino ad ottenere un impasto tipo omogeneizzato, così abbiamo distrutto la parete cellulare perché, se noi prima non rompiamo la parete cellulare, la membrana cellulare e la membrana nucleare, non possiamo ricavare il DNA. A questo punto abbiamo sciolto la membrana cellulare che è formata da fosfolipidi, cioè grassi, e per scioglierli bisogna usare del sapone, infatti abbiamo messo nel cilindro graduato del detersivo per lavatrici, precisamente 10 ml. In ogni cellula c’è un nucleo ed in ogni nucleo c’è un DNA legato da delle strutture chiamate istoni, per evitare i nodi. Per far vedere il DNA bisogna scioglierlo e per farlo abbiamo aggiunto del sale (un cucchiaio raso) nel cilindro. Sempre nel cilindro abbiamo aggiunto dell’acqua distillata fino ad arrivare a 100 ml. L’acqua si trovava nella spruzzina, una bottiglia che bastava stringere per far uscire l’acqua attraverso un tubo. Il passaggio successivo è stato quello del parafilm, un piccolo quadrato di pellicola trasparente modellabile, con cui noi abbiamo sigillato il cilindro per mescolare il composto. Dopo, abbiamo tolto il parafilm e versato l’insieme nel beker dove stava il kiwi e poi abbiamo maneggiato il tutto. Gli esperti ci hanno preso i beker che contenevano il liquido e ce lo hanno messo nell’acqua calda a bagno a 60° per circa 5 minuti. Poi sempre loro hanno messo del ghiaccio in una bacinella e ci hanno appoggiato i nostri beker per qualche secondo, poi ce li hanno ridati e ci hanno fatto filtrare l’insieme in un altro beker più piccolo con un imbuto ricoperto da una carta filtrante. Il seguente passaggio si è basato poi nel prendere una pipa e inserire solo 5 ml del liquido nella provetta che avevamo a disposizione. Nel frattempo il DNA ancora non si vedeva, ma si stava “tagliuzzando” nell’insieme, quindi per vederlo bisognava bloccarlo. Lo abbiamo fatto, abbiamo utilizzato la bromedina, una sostanza che si trova nel succo di ananas. Quindi abbiamo preso il succo d’ananas, solo 1 ml, e lo abbiamo messo nella nostra provetta, quindi abbiamo mescolato il tutto. Infine abbiamo aggiunto dell’alcool nella provetta senza agitare, abbiamo aspettato qualche secondo, poi ci siamo accorti di alcuni filamenti bianchi tra l’alcool e l’altro composto, quei filamenti erano proprio il DNA del Kiwi. Sofia III A
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Linee
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