Gorgofreddo e la "doma dolce".
Era da tanto che aspettavamo quella mattina e, dobbiamo ammetterlo, non si fece attendere. Saremmo andati a visitare la masseria di Gorgofreddo, gestita, come Galeone, dal corpo forestale dello Stato. Lì abbiamo visto i tipici cavalli Murgesi, nati, appunto, nelle Murge. Ma, vi chiederete, com’è fatto il Murgese? L’abitudine a percorrere sentieri ripidi e rocciosi ha fatto si che gli arti e gli zoccoli del Murgese diventassero forti e robusti. Quando Giuseppe, una delle guardie forestali dello Stato, ci ha chiesto di che colore è il Murgese, noi abbiamo risposto “nero”. Lui ci ha spiegato che in realtà il colore del Murgese si chiama “morello”.
A Gorgofreddo, però, abbiamo scoperto che i Murgesi possono essere anche grigi. Ma il vero motivo per cui siamo andati a Gorgofreddo, era perché ci dovevano mostrare la “doma dolce”, una tecnica di comunicazione naturale con il cavallo. Per prima cosa ci hanno detto che si deve accarezzare il cavallo su tutte le parti del corpo, questo perché bisogna fargli acquistare fiducia. Ci hanno spiegato, inoltre, che il cavallo è la preda, non il predatore come l’uomo. Cosa da non dimenticare, è che il cavallo va convinto, non costretto ed è infatti più efficace premiare la collaborazione che punire un suo aspettato rifiuto. Un’altra cosa che è importante per la doma dolce è il gioco del porcospino.
Questo gioco insegna al cavallo a seguire una "sensazione", ovvero a sentire la pressione esercitata dall’uomo. Poi c’è il gioco della guida, che insegna al cavallo a seguire un suggerimento del cavaliere, ovvero a spostarsi senza la necessità di essere toccato. Poi, se ricordiamo bene, arriva il gioco dello yo-yo che funziona scuotendo la corda di guida, facendo indietreggiare il cavallo. Il gioco del circolo è il quinto e consiste nel mandare il cavallo su un circolo e fargli percorrere infiniti giri. Il sesto gioco, è quello del movimento laterale che consiste nel muovere il cavallo lateralmente, bilanciando esattamente l'esecuzione a destra e a sinistra. Il settimo ed ultimo gioco è quello della strettoia. I cavalli sono claustrofobici ed hanno paura di qualunque spazio piccolo o ristretto poiché, per le prede, una tale situazione significa non avere la possibilità di fuggire. E’ stata una fantastica e magnifica giornata e noi, io e Aurora, credo anche qualcun altro, non la dimenticheremo mai!
Giulia Muzi e Aurora