"La terra è finita"
di Piero Bevilacqua

Presentazione del libro
Sala Consigliare della Provincia di Terni
Viale della Stazione 1, Terni
Venerdì 9 febbraio 2007 ore 16.30

 


 

recensione di Pino Greco

Capire l’ambiente, quali sono i suoi elementi costitutivi, può sembrare una cosa semplice e di fatto scontata. Se vogliamo però entrare dentro ai fattori che lo costituiscono vediamo che ciascuno di essi ha una complessità e una serie di relazioni che la capacità analitica di uno storico (dei fatti e delle idee) ci può aiutare a penetrare e a sentire più nostro. E’ quello che ha fatto Piero Bevilacqua, Ordinario di Storia Contemporanea alla Sapienza, con La Terra è Finita. Breve Storia dell’Ambiente. Laterza Bari 2006.

La piacevole lettura del libro è frutto di rara chiarezza espositiva (che non si riscontra spesso in molta saggistica universitaria) e ha come effetto di farci impadronire dei contenuti e dei fatti (spesso presenti nelle cronache nei mass media ma difficilmente visti da essi nella loro complessità) che ci accadono intorno tutti i giorni e di cui rischiamo di non avere la giusta consapevolezza. Le questioni ambientali sono esaminate in modo “didattico”, prendendoci per mano e
coinvolgendoci in problematiche che sono profonde e complesse, mettendo in relazione le varie posizioni ma mantenendo al primo posto una prospettiva di valori fondamentali, irrinunciabili per il nostro destino di esseri umani. Lo sguardo dello storico analizza le influenze religiose, filosofiche, culturali e socio-economiche che costituiscono il retroterra del nostro rapporto con l’ambiente. Nel libro si trovano risposte puntuali a grandi domande:

1) quanto il cristianesimo e le altre religioni hanno contribuito a considerare la terra e la natura soggetti all’uomo?
2) Quanto le varie concezioni filosofiche hanno contribuito a separare l’uomo dalla natura e a considerarla inferiore?
3) Quanto la scienza moderna ha influenzato e agevolato lo sfruttamento della natura a fini di parte mettendone in
pericolo la stessa sopravvivenza?
4) Quale peso ha la crescita della popolazione?
5) Quanto e in che modo l’industria capitalistica nel mondo in Europa e in Italia ha contribuito e contribuisce ai disastri
ecologici di cui siamo spesso vittime?

L’autore dà pareri rigorosi ricostruendo storicamente le vicende del rapporto uomo-natura nei secoli e nei vari continenti fino ai giorni nostri. L’ecologia che è stata per troppo tempo (soprattutto nel nostro paese) minoritaria e derisa, alla luce dei dati, dei pericoli e dei disastri ambientali già avvenuti, rimane l’unica risposta seria di fronte al “paradosso" a cui siamo arrivati e che minaccia il nostro futuro: per produrre sempre più merci - beni spesso inutili e gettati sul mercato per alimentare il circolo vizioso del consumismo - si contaminano e talora si distruggono ricchezze reali: l’aria, l’acqua, il suolo, le foreste, la salute e l’ integrità degli esseri viventi, i combustibili fossili, masse imponenti di energia. E molte di queste ricchezze vengono distrutte una volta per sempre. ”A queste dure conclusioni il libro giunge dopo aver esaminato
molti dati e fatti sulla base della letteratura e della ricerca internazionale e i vari lati del problema nella sua evoluzione. I
fenomeni descritti vanno dalla nascita e sviluppo delle città medievali e dal loro rapporto con il territorio, alla rottura degli equilibri che l’industria e le megalopoli apportano con l’esplosione di fenomeni quali l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del territorio. Lo scenario si allarga dall’Italia all’Europa e al mondo intero, dove fenomeni antichi, quali la desertificazione e l’erosione divengono disastrosi perché la mancata difesa del territorio, il disboscamento selvaggio, il surriscaldamento del clima, il buco dell’ozono e le variazioni climatiche causate dall’uomo, distruggono beni essenziali per la sopravvivenza di specie vegetali e animali e rendono difficile e incerto il futuro della specie umana. Nel libro si trova un resoconto
completo ed essenziale dei movimenti, delle battaglie e delle conquiste giuridiche, degli organismi e delle associazioni che in Italia e nel mondo si occupano del futuro dell’ambiente. Da esso non arriva un messaggio di impotenza e di rassegnazione. Dall’analisi delle varie risposte culturali e politiche che si stanno organizzando ai vari livelli viene una ragionevole speranza di un futuro di sviluppo sostenibile che è l’unico obbligato ma anche possibile. Molto dipende dalla formazione di una coscienza ecologista che infiltri il vivere quotidiano di milioni di persone e condizioni l’agire dei governi, degli amministratori locali, e delle istituzioni internazionale obbligati a dare risposte ai problemi di una terra che non è infinita ed è l’unica che abbiamo. Idealmente dedicato agli amministratori ai militanti delle associazioni, agli insegnanti e
agli studenti contribuirà a definire un quadro storico culturale utile alle azioni formative e alle battaglie politiche e sociali che trovano in esso una guida sicura per agire in modo culturalmente consapevole e idealmente motivati.

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