Il rapimento
di Giuliana Sgrena
Dopo
soltanto quattro mesi dalla liberazione di Simona Torretta e Simona
Pari in Irak, è ritornato l’incubo del sequestro per una
giornalista italiana, inviata del "Manifesto”, a Bagdad per
realizzare alcuni reportages sulla guerra in corso da più di
un anno. Si tratta di Giuliana Sgrena, che da molto tempo si occupava
di questioni legate alle situazioni femminili del mondo arabo.
Nonostante gli appelli del Governo italiano a rispettare le condizioni
di sicurezza, la giornalista è stata rapita in un quartiere a
rischio per gli occidentali, in cui essa si era recata insieme ad un
interprete e all'autista.
Dopo alcuni giorni di assoluto silenzio, i rapitori hanno trasmesso
un videomessaggio in cui la giornalista chiede aiuto per la sua liberazione
ponendo come condizione il ritiro delle truppe italiane dall'Irak.
L’opinione pubblica italiana, come in altre occasioni, si è
mobilita in un grande corteo della pace con oltre 100.000 persone, a
Roma il Governo italiano ha avviato le trattativeper la sua liberazione
chiedendo di rispettare il massimo silenzio per non compromettere tutto
con fughe di notizie.
Finalmente, dopo lunghe trattative, il 4 Marzo Giuliana Sgrena viene
liberata e consegnata ai niostri servizi segreti.
La felicità per la sua liberazione poco dopo si è trasformata
però in incredulità, stupore e rabbia; mano a mano che
arrivano flash di agenzia in cui si parlava di un attacco americano
con sparatoria a pochi metri dall’aeroporto con il ferimento della
giornalista e l’uccisione di un agente del Sismi, Nicola Calipari.
Tutta l’Italia di fronte a questa incredibile vicenda si è
chiesta il perché: è mai possibile liberare un ostaggio
dai terroristi e poi finire bersaglio per errore del “fuoco amico”
di qualche soldato americano dal grilletto facile?
Intanto emergevano altri particolari sulla dinamica dell’incidente
e si è appreso che la giornalista si è salvata grazie
al funzionario che le ha fatto scudo con il suo corpo.
Al rientro in Italia la salma di Calipari è stata accolta dalle
massime autorità dello Stato con in testa il Presidente della
Repubblica: ha comunicato che il funzionario riceverà la medaglia
d’oro al valore.
Dopo due mesi e mezzo dall’uccisione di Calipari le due Commissioni
americana e italiana hanno concluso l’inchiesta.
La commissione americana ha dichiarato che le procedure di "ingaggio"
dei loro soldati sono stati seguiti “alla lettera” e pertanto
non si riscontra colpevolezza negli stessi soldati.
La commissione italiana è arrivata ad altre conclusioni, che
non coincidono con quelle americane. È tuttora in corso in Italia
l’esame sulla macchina in cui ha trovato la morte Nicola Calpari.
Era prevedibile che le due commissioni non avrebbero raggiunto un’unica
soluzione.
LUCIA BARBANERA E CHIARA CAMMARDELLA
Scuola Media Fabro Scalo classe II A
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