Bracciano:
tra natura, storia e avventure osé
Le classi seconde della Media sono andate in gita a Bracciano
il 14 aprile 05.
Era prevista una visita al Museo dell’Aeronautica e al Castello
Odescalchi.
Come
prima tappa una passeggiatina sul lungo lago, calmo e senza alcuna imbarcazione
a disturbare oche e cigni che galleggiavano sull’acqua.
Successivamente, e dopo un’attesa di circa un’ora per la
presenza di altri gruppi, siamo entrati al Museo dell’Aeronautica:
enorme! Un militare ci ha fatto da guida, illustrando via via i diversi
aerei esposti, da quelli in tela e legno fino ai più sofisticati
di oggi. Spiegava le caratteristiche tecniche, l’impiego che se
ne faceva, aneddoti curiosi se ce n’erano, personaggi che se ne
erano serviti. Gli aerei più vecchi risalgono alla prima guerra
mondiale, ma c’è anche una mongolfiera che è stata
fatta volare per l’incoronazione di Napoleone e che è atterrata
sul lago di Bracciano. L’apparecchio che più ci ha colpito
è un biplano, di tela e legno, con la parte inferiore simile
ad uno slittino e che si alzava in volo facendolo scivolare per una
discesa rapida. I modelli esposti sono tanti, molti a grandezza naturale;
quello che è piaciuto molto è il Tornado 103.
Vicino agli aerei c’erano anche varie divise e imbracature per
i piloti, molto sofisticate per le alte quote.
Usciti siamo andati immediatamente al ristorante, che si affaccia sul
lago.
Successivamente abbiamo scattato tante foto, nel giardino e sulla riva
del lago.
Col pullman siamo tornati dentro l’abitato e in attesa di visitare
il castello, che domina la cittadina, abbiamo convinto le proff a farci
comprare dei "souvenirs".
Il castello appartiene agli Odescalchi, che lo riscattò dai Torlonia
dopo un periodo di crisi in cui l’avevano ceduto. Molte sono le
vicende che lo riguardano. Fu costruito dagli Orsini dal 1470 al 1484
circa. In esso fu ospitato anche Carlo VIII quando discese in Italia.
Dopo una storia piuttosto travagliata, passò agli attuali proprietari.
Lo
stemma degli Odescalchi è un’orsa ed una rosa selvatica
a cinque petali. Abbiamo visitato solo un’ala del castello, a
sei torri, di cui una mozza. Le stanze sono numerose e molto grandi;
l’arredo non è tanto ricco, ma sulle pareti ci sono quadri
e dipinti. La guida ci ha illustrato brevemente aspetti della vita che
si svolgeva nel passato, raccontando piccoli episodi forse leggendari.
Per esempio le avventure di una principessa che, in assenza del marito,
cambiava amante ogni notte, facendoli poi uccidere mentre uscivano dalla
sua camera attraverso una botola e un passaggio segreto. Interessante
è stata anche la sala delle armature. In particolare ci ha incuriosito
una “comoda” sedia con alto schienale in legno che svolgeva
funzione di toilette. Saliti su una torre abbiamo potuto ammirare il
giardino segreto, così chiamato perché si vede solo dall’interno.
Terminata la visita, fatta qualche altra spesetta, siamo tornati a casa.
Non eravamo partiti entusiasti per questa gita, invece abbiamo imparato
alcune cose e ci siamo divertiti molto.
Scuola Media Fabro Scalo Classe II
B
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