Quando l'uomo
provoca
la fine del mondo
Quando
per la prima volta ho visto le terribili immagini del disastro naturale,
nel sud-est asiatico,
ho pensato che forse ci stiamo avvicinando verso la fine del mondo.
Lo Tsunami sembra sia un invito per tutti noi a vivere una vita più
naturale, in cui possa trionfare la solidarietà e non solo le
leggi di mercato; esse infatti ci impongono un modello di vita che sta
mangiandosi via tutto il mondo e ci sta allontanando sempre di più
dalla natura. Se c’è una cosa certa nella tragedia dello
Tsunami è che, nonostante ogni progresso, nonostante la scienza,
noi siamo ancora impotenti di fronte agli eventi di questa portata.
Lo siamo oggi come lo siamo stati in passato e tutte le volte che la
natura ha voluto far sentire la sua potente voce. Secondo me dovremmo
prendere seriamente l’impegno di proteggere questa nostra terra,
dandoci da fare nel nostro piccolo ogni giorno. Siamo responsabili quando
vogliamo che le Maldive, paradiso naturale dove noi occidentali andiamo
a riposare ed abbronzarci, e dove noi pretendiamo anche di portare la
nostra cultura, ci offrano ogni comodità, ben sapendo che costringiamo
chi governa il mercato a costruire villaggi in riva all’oceano,
perché noi quando scendiamo dal letto vogliamo già avere
i piedi a bagno. Tutto questo va contro natura, perché i nostri
antenati ci hanno insegnato che le abitazioni si costruiscono all’interno
di un paese: ma un villaggio turistico sulle rive dell’oceano
rende certamente di più di uno costruito all’interno.
Certo, tutto il mondo si è mobilitato per aiutare i sopravvissuti,
ma nessuno potrà ridare loro tutto ciò che di più
caro hanno perso. I bambini rimasti orfani sono la maggior parte della
popolazione, e in tutto questo c’è chi osa approfittare
di questi innocenti per scopi sessuali o per traffico di organi, come
è stato dichiarato da autorità competenti. Mi ha fatto
riflettere che non molto lontano da dove l’onda anomala aveva
portato morte e distruzione, gli occidentali o meglio alcuni di essi,
continuavano a divertirsi e a prendere il sole e come scusante dicevano
che loro portavano soldi a una popolazione ormai in ginocchio. Gli scienziati
hanno parlato molto anche del disastro ambientale che lo Tsunami ha
provocato. La barriera corallina ha subito danni gravissimi e gli esperti
dicono che ci vorranno decine di anni prima che ritorni alla normalità.
Mi ha colpito molto vedere nelle immagini proposte dalla tv l’infinità
di corpi gettati nelle fosse comuni o addirittura cremati secondo la
loro religione e la dignità con cui i familiari delle vittime
seppellivano i loro cari. Credo che non si potrà cancellare dal
cuore e dagli occhi l’immensa tragedia che quelle persone hanno
vissuto.
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