Anno II - n.2 - marzo 2005 |
L'angelo della
spiaggia Lì adesso non fa freddo e ci vanno tanti turisti
per divertirsi. Tilly, una bambina inglese di dieci anni era in vacanza
a Phuket con i genitori. “….l’uomo invece non sa far nulla che non gli sia insegnato: né parlare, né camminare, né mangiare, insomma per sua natura non sa far altro che piangere” (Plinio Gaio Secondo) *** Insieme a queste vicende brutte e tristi legate allo Tsunami ci sono anche dei piccoli episodi e racconti che ci hanno dato un po’ di serenità, ad esempio la storia di un bambino svedese di 2 anni che non trovava più suo padre. Dopo il cataclisma il piccolo è stato ritrovato sul ciglio di una strada ed è stato subito accompagnato all’ospedale. Era talmente scioccato che non riusciva a dire il suo nome. I medici hanno diffuso la notizia su internet; la zia dall’Italia l’ha riconosciuto, consentendo così la possibilità del nipotino di ritrovare il suo papà ricoverato in un altro ospedale. Ci ha colpito anche la storia di un bambino di 3 anni che è stato ritrovato vivo, con le mani tenacemente avvinghiate a un albero. Vi è rimasto per ben 50 ore dopo il passaggio dell'onda. Una bambina di circa 2 anni che stava dormendo sulla spiaggia è
stata portata via dall’onda e lo Tsunami l’ha riportata
sulla spiaggia. La bambina fortunatamente ha continuato a dormire e
non si è accorta di niente. I bambini rimasti orfani sono migliaia, si cerca di scoprire la loro identità, ma molti ancora non possono essere riconsegnati ai genitori, perché essendo piccoli non si “ ricordano” il loro nome. Se questi bambini non vengono protetti, può darsi che i ladri e gli sfruttatori si approfittino della loro fragilità, dicendo che sono parenti, ma invece non è vero. Molta gente italiana vuole adottare un bambino, ma gli psicologi hanno parlato con i bambini e hanno dedotto che non si possono portare in Italia, perché portarli via dalla loro terra sarebbe uno shock molto grande. Da pochi giorni in alcuni villaggi si sono riaperte le scuole, sia i bambini sia gli insegnanti sono molto tristi, e non possono vedere quei banchi vuoti. Se io potessi andare lì in questi giorni porterei a quei bambini dei giochi, dei vestiti, insomma tutto il necessario per farli distrarre o anche per poche ore farli sorridere e far dimenticare loro tutte le cose brutte che sono successe. Al momento della tragedia i telegiornali di tutte le reti hanno parlato
di loro e di come aiutarli.
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