Roma
Mercoledì
19 maggio, a Roma, per visitare il Quirinale e il Bio-parco.
Hanno partecipato le classi I A, I B, I D e I E della Scuola Media
Lo scopo era culturale e didattico: apprezzare la ricchezza di monumenti
e sedi istituzionali di cui è ricca la città e visitare
il palazzo del Quirinale, dove lavora il Presidente della Repubblica
Ciampi e conoscere da vicino alcune specie animali.
Siamo stati accompagnati da alcuni proff. di Fabro, M.Gabbione e M.Leone
Il giorno precedente l’insegnante di italiano ci ha dettato alcune
informazioni sul Quirinale, in modo da essere informati in parte su
ciò che avremmo visto e che abbiamo ripetuto nel pulmann a tutti.
Ci siamo preparati mettendo negli zaini colazione, blocchetti per appunti,
qualche bibita, macchina fotografica e accessori di svago.
Siamo partiti alle 6,45 dai Giardini pubblici di Fabro in preda ad una
grande euforia.
Strada facendo abbiamo fatto colazione in Autogrill.
Arrivati a Roma, siamo scesi in Piazza del Quirinale; lì faceva
bella mostra una grande fontana di fronte al Palazzo, che a prima vista
sembrava un condominio, perché ci sono tante finestre.
All’ingresso principale e a protezione del Palazzo, 24 ore su
24 dandosi il cambio, stanno due guardie, immobili nelle garitte.
Dopo il controllo dei documenti, una guida ci ha accompagnato attraverso
una scalinata coperta da una lunga moquette, dove salgono molte persone
importanti. L’ingresso è grande e maestoso.
Nella prima sala, delle presentazioni, sul cui soffitto sono raffigurati
gli stemmi di importanti famiglie, la guida ci ha riassunto brevemente
la storia del Quirinale.
Secoli fa il Quirinale non era un palazzo molto grande, ma una piccola
villa. Apparteneva alla famiglia Carafa, che l’affittò
anche al cardinale di Ferrara Ippolito d’Este. Nel 1573 il papa
Gregorio XIII decise di trascorrervi l’estate, perché sul
Quirinale l’aria era migliore che sul Vaticano. Poiché
la villa era troppo piccola, il papa la fece ingrandire affidando i
lavori all’architetto Ottavio Nonni detto il “Mascarino”.
Papa Sisto V nel 1587 decise di trasferirsi lì stabilmente per
abitarvi tutto l’anno. Nel corso dei secoli il Palazzo ha cambiato
aspetto, perché i papi hanno apportato numerose trasformazioni
all’edificio, dove hanno lavorato famosi architetti quali Domenico
Fontana, Carlo Maderno e Gianlorenzo Bernini. Purtroppo nel 1798 il
Quirinale fu saccheggiato. Nel 1811 Roma fu invasa da Napoleone Bonaparte
che lo trasformò in palazzo imperiale. Dopo l’unificazione
d’Italia, il Quirinale diventò sede del Re e Roma divenne
capitale del regno d’Italia.
Il primo Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi , nel 1947 andò
ad abitare al Quirinale, ma dal 2000 il palazzo è diventato soltanto
sede di lavoro e non più residenza dei Presidenti della Repubblica.
Dopo questa presentazione abbiamo continuato la visita nelle altre stanze.
Il salone dei Corazzieri fu costruito da Carlo Maderno nella ristrutturazione
dell’ala sud del Palazzo; il soffitto è a cassettoni dorati
su sfondo azzurro. Al centro, in origine, era raffigurato un santo poi
sostituito dallo stemma Sabaudo; è decorato a grottesche e paesaggi.
Un doppio portale dal salone introduce, attraverso la porta di destra
(la sinistra è finta), alla Cappella Paolina. La Cappella è
simile nella struttura alla Sistina, molto più famosa. Fu progettata
dallo stesso architetto Maderno nell’ambito del progetto di papa
Paolo V Borghese, che voleva fare del Quirinale una sede alternativa
al Palazzi Vaticani. Le pareti sono rivestite da damaschi rossi e sull’altare
è collocato un grande arazzo francese; la Cappella è tuttora
utilizzata in occasione di importanti cerimonie religiose.
Le sale sono alte mt.16, tutte arredate riccamente con “tavolini”
su cui poggiano antichi orologi funzionanti; le pareti delle numerose
sale sono ricoperte da arazzi, abbellite da tappeti, quadri in stoffa
cuciti a mano, da affreschi con soggetti mitologici e religiosi, i soffitti
sono dipinti; alle pareti sono allineati divani, poltrone, puf damascati
e colorati; in nessuna sala ci sono mobili al centro: la guida ci ha
detto che vengono messi solo in occasione di pranzi ufficiali e cerimonie.
Dai servizi, magazzini, cucine, lavanderie che si trovano sotto il palazzo,
con un montacarichi arrivano cibi ed altro nelle sale.
La sala più bella, per noi, è quella degli specchi; molto
grandi e simmetrici su tutte le pareti svolgono un ruolo “tecnico”;
facendo musica, il suono viene come “imprigionato” e non
si disperde dalla sala.
In un’altra enorme stanza il pavimento è interamente coperto
da un tappeto della superficie di mq.258, tessuto in Italia; alla fine
del lavoro il telaio usato fu distrutto affinché nessuno potesse
tesserne uno uguale. In un’altra, per le feste, da un balconcino
in alto i musici allietavano gli ospiti. I particolari più belli
sono gli enormi lampadari a gocce di cristallo di Murano e di Boemia;
il primo che abbiamo visto aveva gocce colorate. Ci sono piaciuti molto
anche gli scrigni in ebano e intarsiati d’avorio che venivano
donati dalle famiglie per le nozze delle figlie. In un grande salone,
in onore dell’imperatore Napoleone, fu posizionato un mosaico
romano perfettamente conservato, proveniente da villa Adriana di Tivoli.
Dopo aver visitato il Quirinale, siamo andati a piedi a Fontana di Trevi;
si dice che gettando un soldino nell’acqua si tornerà di
sicuro a Roma. Abbiamo visto piazza Venezia, il mausoleo al Milite ignoto,
la colonna Traiana, la basilica di San Pietro e il Colosseo. Percorrendo
le varie strade ci siamo resi conto che Roma è veramente bella
e ricca di opere architettoniche e di sculture che sono opere d’arte.
E’ tutto enorme, interessante, ma eravamo troppo stanchi, assetati
e accaldati per apprezzare veramente e per ascoltare qualche spiegazione
particolareggiata.
Ci siamo divertiti a salutare gli stranieri, numerosissimi soprattutto
i giapponesi, in particolare alcuni che viaggiavano su un pulman scoperto
a due piani.
Dopo il buonissimo pranzo al ristorante “Il Giardino”, siamo
andati allo Zoo, dove abbiamo visto tanti animali, conosciuti dal vero
o solo attraverso la TV. I più simpatici per noi sono state le
scimmie, mentre i leoni e le tigri sembravano piuttosto agitati. Al
2° posto i più simpatici erano gli ippopotami “Carlo
e Mimì”, perché ad un richiamo rispondevano girando
le orecchie ed erano piuttosto ingordi: appena qualcuno dava da mangiare
ne volevano sempre di più tenendo spalancata la bocca. Abbiamo
scattato molte foto e comprato ricordi dello zoo.
Durante il viaggio di ritorno un alunno per sezione ha espresso al microfono
alcune osservazioni ed impressioni sulla giornata trascorsa.
Questa gita ci è piaciuta moltissimo e saremmo pronti a ripetere
l’esperienza.
A chi volesse fare una gita con il nostro itinerario consigliamo però
di stare almeno una settimana.
(Classe I° B scuola media Fabro scalo)
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