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n.4 - giugno 2004
 

Roma

quirinaleMercoledì 19 maggio, a Roma, per visitare il Quirinale e il Bio-parco.
Hanno partecipato le classi I A, I B, I D e I E della Scuola Media
Lo scopo era culturale e didattico: apprezzare la ricchezza di monumenti e sedi istituzionali di cui è ricca la città e visitare il palazzo del Quirinale, dove lavora il Presidente della Repubblica Ciampi e conoscere da vicino alcune specie animali.
Siamo stati accompagnati da alcuni proff. di Fabro, M.Gabbione e M.Leone
Il giorno precedente l’insegnante di italiano ci ha dettato alcune informazioni sul Quirinale, in modo da essere informati in parte su ciò che avremmo visto e che abbiamo ripetuto nel pulmann a tutti.
Ci siamo preparati mettendo negli zaini colazione, blocchetti per appunti, qualche bibita, macchina fotografica e accessori di svago.
Siamo partiti alle 6,45 dai Giardini pubblici di Fabro in preda ad una grande euforia.
Strada facendo abbiamo fatto colazione in Autogrill.
Arrivati a Roma, siamo scesi in Piazza del Quirinale; lì faceva bella mostra una grande fontana di fronte al Palazzo, che a prima vista sembrava un condominio, perché ci sono tante finestre.
All’ingresso principale e a protezione del Palazzo, 24 ore su 24 dandosi il cambio, stanno due guardie, immobili nelle garitte.
Dopo il controllo dei documenti, una guida ci ha accompagnato attraverso una scalinata coperta da una lunga moquette, dove salgono molte persone importanti. L’ingresso è grande e maestoso.
Nella prima sala, delle presentazioni, sul cui soffitto sono raffigurati gli stemmi di importanti famiglie, la guida ci ha riassunto brevemente la storia del Quirinale.
Secoli fa il Quirinale non era un palazzo molto grande, ma una piccola villa. Apparteneva alla famiglia Carafa, che l’affittò anche al cardinale di Ferrara Ippolito d’Este. Nel 1573 il papa Gregorio XIII decise di trascorrervi l’estate, perché sul Quirinale l’aria era migliore che sul Vaticano. Poiché la villa era troppo piccola, il papa la fece ingrandire affidando i lavori all’architetto Ottavio Nonni detto il “Mascarino”. Papa Sisto V nel 1587 decise di trasferirsi lì stabilmente per abitarvi tutto l’anno. Nel corso dei secoli il Palazzo ha cambiato aspetto, perché i papi hanno apportato numerose trasformazioni all’edificio, dove hanno lavorato famosi architetti quali Domenico Fontana, Carlo Maderno e Gianlorenzo Bernini. Purtroppo nel 1798 il Quirinale fu saccheggiato. Nel 1811 Roma fu invasa da Napoleone Bonaparte che lo trasformò in palazzo imperiale. Dopo l’unificazione d’Italia, il Quirinale diventò sede del Re e Roma divenne capitale del regno d’Italia.
Il primo Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi , nel 1947 andò ad abitare al Quirinale, ma dal 2000 il palazzo è diventato soltanto sede di lavoro e non più residenza dei Presidenti della Repubblica.
Dopo questa presentazione abbiamo continuato la visita nelle altre stanze.
Il salone dei Corazzieri fu costruito da Carlo Maderno nella ristrutturazione dell’ala sud del Palazzo; il soffitto è a cassettoni dorati su sfondo azzurro. Al centro, in origine, era raffigurato un santo poi sostituito dallo stemma Sabaudo; è decorato a grottesche e paesaggi. Un doppio portale dal salone introduce, attraverso la porta di destra (la sinistra è finta), alla Cappella Paolina. La Cappella è simile nella struttura alla Sistina, molto più famosa. Fu progettata dallo stesso architetto Maderno nell’ambito del progetto di papa Paolo V Borghese, che voleva fare del Quirinale una sede alternativa al Palazzi Vaticani. Le pareti sono rivestite da damaschi rossi e sull’altare è collocato un grande arazzo francese; la Cappella è tuttora utilizzata in occasione di importanti cerimonie religiose.
Le sale sono alte mt.16, tutte arredate riccamente con “tavolini” su cui poggiano antichi orologi funzionanti; le pareti delle numerose sale sono ricoperte da arazzi, abbellite da tappeti, quadri in stoffa cuciti a mano, da affreschi con soggetti mitologici e religiosi, i soffitti sono dipinti; alle pareti sono allineati divani, poltrone, puf damascati e colorati; in nessuna sala ci sono mobili al centro: la guida ci ha detto che vengono messi solo in occasione di pranzi ufficiali e cerimonie. Dai servizi, magazzini, cucine, lavanderie che si trovano sotto il palazzo, con un montacarichi arrivano cibi ed altro nelle sale.
La sala più bella, per noi, è quella degli specchi; molto grandi e simmetrici su tutte le pareti svolgono un ruolo “tecnico”; facendo musica, il suono viene come “imprigionato” e non si disperde dalla sala.
In un’altra enorme stanza il pavimento è interamente coperto da un tappeto della superficie di mq.258, tessuto in Italia; alla fine del lavoro il telaio usato fu distrutto affinché nessuno potesse tesserne uno uguale. In un’altra, per le feste, da un balconcino in alto i musici allietavano gli ospiti. I particolari più belli sono gli enormi lampadari a gocce di cristallo di Murano e di Boemia; il primo che abbiamo visto aveva gocce colorate. Ci sono piaciuti molto anche gli scrigni in ebano e intarsiati d’avorio che venivano donati dalle famiglie per le nozze delle figlie. In un grande salone, in onore dell’imperatore Napoleone, fu posizionato un mosaico romano perfettamente conservato, proveniente da villa Adriana di Tivoli.
Dopo aver visitato il Quirinale, siamo andati a piedi a Fontana di Trevi; si dice che gettando un soldino nell’acqua si tornerà di sicuro a Roma. Abbiamo visto piazza Venezia, il mausoleo al Milite ignoto, la colonna Traiana, la basilica di San Pietro e il Colosseo. Percorrendo le varie strade ci siamo resi conto che Roma è veramente bella e ricca di opere architettoniche e di sculture che sono opere d’arte. E’ tutto enorme, interessante, ma eravamo troppo stanchi, assetati e accaldati per apprezzare veramente e per ascoltare qualche spiegazione particolareggiata.
Ci siamo divertiti a salutare gli stranieri, numerosissimi soprattutto i giapponesi, in particolare alcuni che viaggiavano su un pulman scoperto a due piani.
Dopo il buonissimo pranzo al ristorante “Il Giardino”, siamo andati allo Zoo, dove abbiamo visto tanti animali, conosciuti dal vero o solo attraverso la TV. I più simpatici per noi sono state le scimmie, mentre i leoni e le tigri sembravano piuttosto agitati. Al 2° posto i più simpatici erano gli ippopotami “Carlo e Mimì”, perché ad un richiamo rispondevano girando le orecchie ed erano piuttosto ingordi: appena qualcuno dava da mangiare ne volevano sempre di più tenendo spalancata la bocca. Abbiamo scattato molte foto e comprato ricordi dello zoo.
Durante il viaggio di ritorno un alunno per sezione ha espresso al microfono alcune osservazioni ed impressioni sulla giornata trascorsa.
Questa gita ci è piaciuta moltissimo e saremmo pronti a ripetere l’esperienza.
A chi volesse fare una gita con il nostro itinerario consigliamo però di stare almeno una settimana.

(Classe I° B scuola media Fabro scalo)

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