A CITTA’ DELLA PIEVE
MOSTRA DEL DIVIN PITTORE

Ieri le maestre ci hanno dato l’opportunità
di vedere “dal vivo” alcuni quadri del Perugino.
Prima di giungere a Palazzo Corgna, abbiamo visto la casa dove il pittore
abitava: è nel centro della città e ci dimostra che il
padre “stava bene” economicamente.
A quei tempi Città della Pieve si chiamava Castel della Pieve,
aveva le mura di difesa ed una grande torre.
Alla mostra ci hanno spiegato che il Perugino aveva fatto un patto con
la Confraternita dei Bianchi per l’esecuzione dell’affresco
“L’Adorazione dei Magi”. Doveva ricevere cento fiorini,
ma poi si accontentò di un terzo della somma che non gli fu mai
data.
Già a scuola avevamo parlato di questo dipinto e avevamo notato
che il Perugino ha usato la simmetria per disegnarlo.
La guida ci ha fatto notare anche un altro particolare che noi non avevamo
preso in considerazione.
Ci ha fatto vedere che San Giuseppe e un altro personaggio, quello con
il vestito celeste, erano uguali.
Infatti Pietro Vannucci quando disegnò le due figure usò
lo stesso cartone; li rende un po’ differenti la posizione delle
mani, la lunghezza della barba e dei capelli, il colore dei vestiti.
L’esperto ci ha fatto notare che sullo sfondo, oltre al paesaggio
umbro, ci sono disegnati dei cammelli con sopra delle scimmie e più
in là c’è raffigurata una battuta di caccia col
falcone:
il pittore voleva farci conoscere le abitudini del suo tempo.
Ci ha detto inoltre che i tre Re Magi rappresentano i tre continenti
conosciuti a quell’epoca.
Il più giovane rappresenta l’Asia, quello maturo è
l’Africa e il più vecchio indica l’Europa.
Tuttavia alcuni critici d’arte vedono nei Magi i periodi della
vita umana: la gioventù, la maturità, la vecchiaia.
Sullo sfondo si può ammirare il lago Trasimeno e le nostre colline
umbre: si intravedono l’acqua che evapora e le terre colorate
dal verde al marrone.
Nel palazzo abbiamo ammirato un altro bellissimo quadro del Divin Pittore
“La Trasfigurazione”. Accanto c’erano altri dipinti
di alcuni pittori vissuti prima e dopo il Perugino. Li abbiamo osservati
e la guida ci ha fatto notare delle differenze.
Il paesaggio raffigurato in alcuni quadri dava spazio alla terra, altri
più al cielo: in seguito all’insegnamento di Pietro Vannucci
la linea dell’orizzonte si abbassa moltissimo.
Il pittore usava due tecniche per disegnare: quella dello spolvero e
quella del ricalco.
Nella prima usava dei cartoni il cui contorno era costituito da tanti
puntini. Si poggiava il disegno sulle tele e si tamponava con polvere
di carbone o terra rossa.
Usava il ricalco specialmente per gli affreschi: il disegno era poggiato
sul “monachino” e si ripassava con un chiodo; l’oggetto
lasciava l’impronta e non occorreva contornarlo con il pennello.
A quei tempi si usavano dei colori ricavati dalle pietre, i più
diffusi erano le terre (ocra, rosso, marrone…); l’azzurro,
che si ricavava dai lapislazzuli, era molto caro perché la pietra
era molto rara…
Sullo sfondo dei suoi quadri si ripete il paesaggio umbro e nei volti
delle numerose Madonne il volto della moglie…
(Filippo (V), Valentina e Caterina (IV) -Scuola
elementare di Parrano)
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