Incontro
con uno studente degli anni cinquanta
Nell’ambito del Laboratorio Ambiente
abbiamo avuto l’opportunità di incontrare uno studente
degli anni ’50,che ha fatto anche il sindaco di Montegabbione
il quale ci ha dato numerose informazioni sul comportamento e gli stili
di vita della gente ma, soprattutto, dei ragazzi della nostra età
in quegli anni. Sicuramente erano meno smaliziati e fortunati di noi.
Per cominciare ci ha detto che tutte le comodità di oggi non
c’erano,come ad esempio lo scuolabus o un efficiente riscaldamento
come quello di oggi.
Andavano a scuola a piedi chiacchierando allegramente, ma prima di uscire
di casa c’era la colazione, con la pasta riscaldata della sera
precedente.
A scuola era sempre “aria di bacchettate” se non si teneva
un comportamento adeguato. Gli insegnanti venivano “delegati”
dai genitori a punire i propri figli se non eseguivano correttamente
i loro compiti.
Il maestro o la maestra avevano l’ordine di educare al meglio
gli scolari,visto che i loro genitori non avevano il tempo,stando tutto
il giorno nei campi.
La colazione di metà mattina si portava da casa, perché
non c’erano abbastanza soldi per comprarsela al bar, si trattava
in genere di una fetta di pane inzuppata di vino e cosparsa di zucchero.
Poi,tornati a casa, a pranzo si mangiava abbondantemente soltanto in
occasioni particolari come,ad esempio,vendemmia,trebbiatura;altrimenti
era d’obbligo zuppa,bruschetta e formaggio. Nel pomeriggio i ragazzi
avevano il compito di portare al pascolo pecore e maiali. Al tramonto
se ne tornavano ognuno alle proprie dimore riportando gli animali nelle
stalle, che venivano controllati da un buco sul pavimento visto che
nella maggior parte dei casi l’abitazione si sviluppava al piano
superiore ed usufruiva del riscaldamento animale.
Gli uomini lavoravano duramente per conto terzi: spesso tra il contadino
e il padrone non c’èra un buon rapporto e grandi discussioni
coi contadini avvenivano al momento di fare i conti,cioè di riscuotere
la paga, sempre inferiore al lavoro svolto.
Le case erano illuminate dalle “citilene a carburo”: una
pietrina focaia, da cui si sprigionava un gas che per mezzo di una scintilla,bruciava
e illuminava.
Una volta esaurito il carburo, i ragazzi lo usavano per fare i botti,
lo mettevano sotto la terra e quando ci passava sopra una persona esso
scoppiava,facendo prendere un bello spavento.
I bambini nel poco tempo libero e quando “ badavano” agli
animali, potevano giocare all’aperto, correre nei prati, bere
nei fontanili , luogo di incontro delle donne che andavano a lavare
i panni o a prendere l’acqua con le brocche. Siccome i soldi erano
molto pochi i giocattoli se li costruivano da soli, per questo ne avevano
molto più cura di noi.
Ogni tanto i padri davano ai figli maggiori qualche soldo, raccomandandogli
però di spenderli saggiamente. Anche in quel tempo
piaceva la cioccolata ma, costando parecchio, solo i più ricchi
se la potevano permettere.
Le famiglie erano molto numerose, si dormiva in tanti sulla stessa camera,
su letti imbottiti di foglie secche di grano turco, che ad ogni piccolo
movimento del corpo facevano rumore.
Ci siamo fatti così l’idea che gli studenti degli anni
’50 vivevano davvero male. Eppure , a dire dell’ex sindaco,
erano più felici: forse perché erano meno “viziati”
di noi.
Scuola media di Montegabbione
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