PACE IN TERRA. QUALE?
Ormai
due anni e tre mesi circa ci separano da quel terribile 11 settembre
2001 che ha tenuto gli occhi spaventati della gente di tutto il mondo
incollati alla televisione mentre venivano trasmesse le terribili immagini
dell’attentato. La guerra al terrorismo del Presidente americano
George Bush, però, non è ancor finita: questa piaga, infatti,
si diffonde sempre più nel mondo. Negli ultimi mesi l’Italia
è stata sconvolta dall’attentato a Nassiriya dove sono
deceduti diciannove carabinieri in missione di pace (tra loro c’erano
anche due civili…). Ma chi c’è dietro questi spaventosi
atti? Sono state indicati tra i criminali che hanno provocato la morte
di migliaia di innocenti Saddam Hussein (fino a poco tempo fa dittatore
irakeno costretto a scappare dal suo Paese dopo i bombardamenti americani
contro di lui) e Osama Bin Laden (sceicco afgano che dopo mesi di ricerca
è ancora introvabile!). Sarebbe troppo facile attribuire questi
avvenimenti ai terroristi o a uomini politici che non sanno cos’è
la pace. Alla base delle guerre del XX secolo può esserci la
“globalizzazione”. Questa parola prende piede negli anni
’90, e vuole indicare gli effetti dell’accresciuta integrazione
economica tra i Paesi. Per i detrattori è sinonimo di “capitalismo
selvaggio”, opposto a “commercio solidale” e “sviluppo
sostenibile”. E’ sorto anche un movimento detto “no
global” che è intervenuto anche con violenza nei luoghi
dove si sono riuniti i rappresentanti dei principali Paesi industrializzati.
In Iraq un gruppo di fondamentalisti islamici si prefiggeva di colpire
la modernità partendo dall’idea che i dominatori occidentali
sono tali per opera delle “forze del male”. Quindi gli Islamici
dicono di agire per estirpare il male dall’Occidente; in effetti
in tutte le religioni vi sono stati dei fondamentalismi, cioè
dei movimenti per applicazioni rigide delle regole religiose anche alla
vita civile. Soprattutto in Iraq il fondamentalismo mussulmano è
forte e vi sono molti sostenitori a favore di questa corrente. Sostengono
che la guerra santa è necessaria per difendere e diffondere la
religione islamica. E da questi pensieri nascono i kamikaze, i quali,
con il loro sacrificio consentono alla guerra santa di fare vittime,
siano essi donne, anziani, bambini o combattenti, non ha alcuna importanza.
Ma qual è il motivo degli attentati? Molti sostengono che le
ragioni principali siano:
• Gli USA in molte occasioni hanno aggredito gli altri Paesi perché
hanno imposto o sostenuto regimi militari o dittatoriali durante il
lungo periodo della Guerra Fredda.
• Le multinazionali hanno molte colpe per il basso livello di
vita in varie zone del mondo. I modelli di vita americani (multireligiosi
e consumistici) appaiono pericolosi e ingiusti per molti paesi islamici.
• L’appoggio del Stati Uniti (dove vivono molti Ebrei) a
Israele è visto dagli Arabi come un’offesa.
• Per regimi comunisti, gli USA erano l’unico grande ostacolo
alla conversione del mondo al sistema marxista e la vittoria economica
americana brucia ancora a molti.
Ma allora come si può “uccidere” il terrorismo? Sarà
davvero efficace la guerra ai sostenitori di questi spietati criminali?
Oppure è solo un altro modo di mietere vittime innocenti?
Meno male, comunque, che in Italia la solidarietà è molto
diffusa. In molti Paesi della nostra penisola, infatti, hanno organizzato
collette e raccolte di cibo destinate alle vittime innocenti della guerra
contro l’Iraq e l’Afghanistan. Per le vittime delle stragi
arrivano aiuti anche dall’Unione Europea e da tutto il resto del
mondo. Ma questo, sicuramente, non riuscirà a fermare le terribili
stragi di sangue del terrorismo. In più a lacerare il nostro
pianeta c’è il “conflitto senza fine” tra Ebrei
e Palestinesi. LA pace regnerà mai nel mondo? Mentre noi ci arrovelliamo
su questo quesito, sempre più persone nella Terra muoiono in
guerre…
Probabilmente le continue guerre che dilaniano le nazioni più
povere sono dovute principalmente alla fame, alla miseria ed all’ignoranza
che purtroppo frena molte volte l’opera di alfabetizzazione che
le nazioni più ricche programmano ed attuano per quei Paesi.
Infatti con l’alfabetizzazione e la cultura si avrebbe modo di
sviluppare sotto tutti i punti di vista quelle nazioni che oggi sono
sotto la soglia della povertà; potrebbero vedere, mediante una
cultura più specifica ed una formazione professionale un modo
per risollevare le sorti economiche del proprio Paese.
Sono essenzialmente i Paesi del “sud” del mondo a soffrire
di questa situazione, quali l’Africa, l’America Meridionale,
ma soprattutto buona parte dell’Asia, che comprende l’Arabia
Saudita, molto ricca di giacimenti petroliferi,l’Afghanistan e
Israele, sconvolte da continue guerre di politica interna, guerre civili
e religiose come Israele e la Palestina che da moltissimi anni combattono
tra di loro.
Ma si può constatare che si è alla soglia del Natale e
la guerra, il terrore, la fame infuriano ancora in buona parte delle
regioni povere di cui si è parlato prima.
Questi fatti devono far riflettere sull’amore per la vita, per
la pace e per far vivere la speranza in tutti noi, perché in
un mondo dilaniato dalle guerre, non bisogna mai smettere di sperare
che un giorno la pace torni a splendere e a diffondere il suo calore.
Alessandra e Francesca III A
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